martedì 12 aprile 2011

TEMPO DI PREMI

Con i libri “ Non dobbiamo prenderci d’animo” e “Candidato al Consiglio d’Istituto” ho recentemente partecipato a quattro Premi Letterari, rispettivamente nelle province di Varese, Venezia, Rimini e Roma. L’occasione mi è gradita per fare qualche considerazione sul rapporto fra una scrittore di provincia ed i Premi Letterari per opere edite. Innanzitutto chi scrive spera che la sua opera possa avere un qualche riconoscimento, certamente non pensa di figurare nella cinquina finale, ma almeno di trovarsi all’ultimo posto fra le prime selezioni. Inoltre, uno scrittore di provincia partecipa per mostrare ai giurati che il suo libro esiste, nonostante le difficoltà di vario genere che ne hanno contraddistinto la pubblicazione: questa, infatti, è solo un punto di partenza, non certo di arrivo. Dopo circa un mese dalla pubblicazione del mio primo libro, decisi di andare in una libreria per acquistare tre copie del testo. La signora della libreria, subito dopo la richiesta, batte qualche tasto, ed alla fine dice: “Questo libro non esiste”. “Non esiste? Ma guardi bene, per favore”- incalzo io, con l’ingenuità e la sorpresa di chi riceve una condanna senza aver compreso la ragione di tanta crudeltà. “ Il libro non esiste perché non ha il distributore” – ribatte la donna, che non vuole perdere tempo. “ Ecco il mio libro, l’ho scritto io- e glielo metto sulle mani. La signora dice, senza guardarmi negli occhi. “Va bene, lo metteremo in vendita” – ed io, per qualche frazione di secondo esulto, per poi sprofondare nuovamente quando quella aggiunge”: Naturalmente lei avrà la partita Iva, perché senza questa il libro non si vende!”. Rispondo: “Io i libri li scrivo, non li vendo”. Comprendo solo allora la ragione per la quale la signora non mi ha guardato in faccia. “
Non è giusto trattare in quel modo una persona, anche se è uno scrittore piccolo piccolo. Però quell’incontro, così umiliante, mi è servito, perché mi ha fatto riflettere.
Mi fa riflettere ancora: anche per questa ragione partecipo ai Premi letterari.
A risentirci
Massimo Cortese