martedì 30 marzo 2010

IL CAPITANO ACHAB E IL CODICE DELLA STRADA

Il capitano Achab, quando vuole sferrare l’attacco decisivo a Moby Dick, si rivolge ai ramponieri più giovani, che appunto sono coloro che hanno paura della balena. L’osservazione è importante, in quanto mi fa venire alla mente l’importanza della paura, che, conseguentemente, si traduce inevitabilmente nella ricerca di una maggiore prudenza in un determinato gesto. L’agire con prudenza induce ad avere consapevolezza per i rischi ai quali il nostro operato può andare incontro, e non è una cosa di poco conto farsi un esame di coscienza del genere. Noi italiani siamo convinti di essere ottimi conducenti sulla strada, ma la realtà è ben diversa, se si pensa che alcune percezioni, come, ad esempio, quella che riguarda l’osservanza della distanza di sicurezza, lasciano il tempo che trovano. Bisogna allora rimboccarsi le maniche e coltivare una cultura sulla sicurezza stradale, che in altri Paesi è molo diffusa. Eppure basterebbe molto poco a riportare il nostro Paese ai livelli di sicurezza presenti in altri Stati dell’Unione Europea: ricordo, al mio primo viaggio in Austria, il rispetto degli automobilisti per il passaggio dei pedoni sulle famose strisce pedonali. In effetti, sulle strade italiane ci vorrebbe una maggiore disciplina: sarebbe sufficiente che nei cittadini crescesse la consapevolezza che il rispetto della norma del Codice della strada sia una cosa fondamentale per l’intera Collettività. Eppure una cosa del genere è già accaduta altre volte, basta pensare al divieto di fumare sugli autobus e nei luoghi pubblici in genere, che tutti rispettano. Abbiamo compreso, allora, quello che ci vuole: un po’ d’impegno, nulla più.
State pur certi: tutti ne trarremmo beneficio.
A risentirci
Massimo Cortese

venerdì 26 marzo 2010

Presentazione libro - 11 aprile 2010 Castelfidardo




su vivereosimo riportano la questione.

Domenica 11 aprile, alle ore 18.00, presso il Circolo Onstage di Castelfidardo, verrà presentato un curioso libro, intitolato Il Candidato al Consiglio d'istituto. Nel libro si parla di scuola, bullismo, crisi del sistema educativo, ma anche di politica e senso civico, grazie alle riflessioni del logorroico protagonista, che scrive a persone che non lo calcolano proprio.

Domenica 11 aprile, alle ore 18.00, presso il Circolo Onstage di Castelfidardo, verrà presentato un curioso libro, intitolato Candidato al Consiglio d'istituto.

Vi si racconta di una vicenda che potrebbe sembrare assolutamente insignificante, le elezioni scolastiche, che in genere vanno deserte: invece in questo caso, a causa della tensione del protagonista, che è un genitore che ha a cuore l'educazione della figlia, viene alla luce una storia accattivante, quasi un giallo.


Nel libro si parla di scuola, bullismo, crisi del sistema educativo, ma anche di politica e senso civico, grazie alle riflessioni del logorroico protagonista, che scrive a persone che non lo calcolano proprio. Ironia e tragedia, pianto e sorriso si intersecano in questa strana avventura, che sullo sfondo ha a che fare con l'Italia che è cambiata rispetto al passato… Per la cronaca, il libro ha avuto alcune recensioni reperibili sulla rete, tra le quali è bene ricordare quella apparsa sul primo numero de Il Giornale letterario.


Nel corso delle iniziative di Ottobre piovono libri, la consueta manifestazione promossa dal Centro per il libro e lettura, lo scorso 17 ottobre il libro è stato presentato a San Paolo di Jesi.

La presentazione di Candidato al Consiglio d'istituto a Castelfidardo, all'interno della Rassegna " La domenica con i libri: presentazione di storie, anime ed autori" è molto importante, perché è la prima volta che lo scrittore incontra un pubblico con il quale, sebbene emozionatissimo, si confronterà, ascoltando riflessioni, opinioni e critiche. Anzi, se qualcuno, dopo aver letto il libro o qualche recensione, volesse porre delle domande all'autore alla presentazione dell'11 aprile, è invitato a farlo anche commentando il presente comunicato.

giovedì 18 marzo 2010

FAVOLE E PANNOLINI

Recentemente si è sviluppato un certo interesse per le favole: c’è chi dice che bisogna raccontarle così come sono (io), chi sostiene che se non si raccontano i bambini parlano più tardi (Ministero della Istruzione inglese), mentre per altri dovrebbero mutare il finale, quello di “e vissero felici e contenti”, in modo da preparare i bimbi alla dura realtà dell’epoca odierna. Sono tutte opinioni rispettabili, sia ben chiaro.
Una questione che considero fondamentale, in merito alla questione delle favole e dell’educazione in genere, riguarda l’uso dei pannolini. Quando i bambini sono piccoli, noi genitori cambiamo loro i pannolini, li accudiamo fino a diventare opprimenti, andiamo tutti al Consultorio prima ancora che nascano, ci occupiamo del loro benessere, e così via. Alla prima riunione alla scuola materna siamo tutti presenti, ma pian piano questa presenza si allenta, così magari all’elezione del Consiglio d’istituto della scuola da loro frequentata, ci ritroviamo ad essere i soliti quattro gatti, e magari ti chiedono di fare il candidato. Quello che voglio dire è che più diventano grandi, e di conseguenza avrebbero maggiore bisogno del nostro aiuto, della nostra presenza, paradossalmente abbandoniamo i figli al loro destino. Talvolta, la nostra presenza si limita a regalare loro quello che desiderano, il che è uno dei più grandi sbagli che un adulto possa fare, ma su questo aspetto tornerò. Naturalmente, il presento discorso riguarda tutti, anche coloro che non hanno figli e che vivono da single, come si dice oggi, perché l’educazione delle persone coinvolge tutti, non solo i padri e le madri. Non vi sembra un po’ assurda questa storia dei pannolini? Non sarà mica che la preoccupazione della ricerca del benessere dei bambini, in realtà, nasconde il desiderio di dare una bella immagine di sé stessi?
Mi accorgo che non ho parlato delle favole, a parte nel titolo: ma avremo tempo per parlarne.
A presto
Massimo Cortese

giovedì 11 marzo 2010

Ottobre piovono libri - nota graditissima

Nel ringraziare Massimo Cortese per avere scritto della campagna nazionale di Ottobre piovono libri, vorremmo approfittare per aggiungere qualche informazione e alcuni dati che ne illustrino meglio gli aspetti.
La campagna è promossa, fin dalla sua nascita (nel 2006), dal Centro per il Libro e la Lettura - della Direzione Generale per le Biblioteche del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, gli Istituti Culturali e il Diritto d'Autore -, in stretta sinergia con la Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, l'Unione delle Province d'Italia e l'Associazione Nazionale Comuni Italiani.
Enti, istituzioni, associazioni, biblioteche e, in generale, tutti coloro che lavorano per promuovere il libro e la lettura sul territorio rispondono con entusiasmo all'appello lanciato dalla campagna nazionale di Ottobre piovono libri, confermando la crescita esponenziale del progetto che ha superato ogni aspettativa raggiungendo, nel 2009, la cifra record di oltre 1700 adesioni.
Notti bianche letterarie, book crossing, incontri con autori, filastrocche animate, reading: un caleidoscopio di manifestazioni nelle sedi più varie (piazze, teatri, scuole, centri per la terza età, strutture ospedaliere, comunità religiose, carceri) tra il 1° e il 31 ottobre colorano da Nord a Sud l’Italia trasformandola in un Paese dove, almeno per un mese, il libro è “protagonista”.

Flavia Cristiano
Direttore Centro per il Libro e la Lettura
Direzione Generale per le Biblioteche, gli Istituti culturali e il Diritto d'Autore
Ministero per i Beni e le Attività Culturali
Via della Lungara 229/230 - 00165 Roma
tel. 06 68408921-20

martedì 9 marzo 2010

PER UN PUGNO DI LIBRI NON DEVE CHIUDERE

La trasmissione televisiva Per un pugno di libri mi ha sempre ricordato l’indimenticato programma TV Chissà lo sa, condotto dal mitico Febo Conti, che vedeva coinvolte due squadre formate da giovani adolescenti, che andava in onda il sabato pomeriggio. Dopo la tredicesima edizione, la RAI lo eliminò dal proprio palinsesto, ed anche Per un pugno di libri è giunto all’edizione numero tredici. Non c’è dubbio, l’Italia è cambiata da quel mercoledì 19 luglio del 1961, giorno in cui, per la prima volta, andava in onda Chissà chi lo sa. Le due squadre di quest’ultima trasmissione erano composte da alunni che frequentavano la medesima scuola, ed il premio consisteva in una fornitura di libri che andava alla biblioteca del plesso scolastico: è questa una analogia con Per un pugno di libri, dove appunto si vincono i medesimi oggetti e non certo somme in denaro. Si dice che Per un pugno di libri debba chiudere per ragioni legate all’Auditel, ma non ne sono troppo convinto, a meno che si voglia dire che la lettura e la scrittura siano superate: ce n’è tanto bisogno. Andate all’estero e vedete quanto si legge di più rispetto al nostro Paese. Dimenticavo: ai tempi di Chissà chi lo sa non esisteva l’Auditel , ma un Indice di Gradimento, che toccò l’84,7 (era altissimo). Le domande delle scuole partecipanti erano tantissime, e sembra che abbiano superato le ventimila unità. Eppure, dopo 13 edizioni, come è il caso di Per un pugno di libri, Chissà chi lo sa chiuse, e non ne ho mai ben compreso la ragione.
In Italia si legge poco, come ho già avuto modo di argomentare, ma se cancelliamo trasmissioni come Per un pugno di libri, la situazione non dovrebbe migliorare di molto.
Ultima osservazione: ad una trasmissione di Chissà chi lo sa venne ospitato un Premio Nobel per la letteratura: si chiamava Salvatore Quasimodo.
Non spegnete quelle fiammella, o meglio, quella trasmissione TV.
E’ proprio il caso di dire: Non è mai troppo tardi.

Massimo Cortese

mercoledì 3 marzo 2010

OTTOBRE PIOVONO LIBRI

Mentre all’estero si legge molto, non si può dire che la stessa cosa accada nel nostro Paese. Per questa ragione, ogni anno il Centro per il libro e la lettura lancia la manifestazione Ottobre piovono libri, che raggruppa, a livello nazionale, tutte le iniziative più disparate che possano favorire l’interesse per la lettura. Affinché la singola iniziativa possa effettuarsi, è sufficiente che una o più persone pensino a qualcosa che abbia a che fare con la lettura, e propongano il progetto ad una associazione disposta a organizzare il momento: in questo modo si sarà trovato il promotore e l’organizzatore. Poi bisognerà comunicare il tutto al Centro per il libro e la lettura e, con una dose la più alta possibile di passione e attaccamento, ingrediente che deve sempre caratterizzare le cose grandi, il gioco è fatto.
L’importante – ripeto – è avere ben chiaro quello che s’intende proporre: l’incontro con un autore, uno spettacolo teatrale ispirato ad un libro, la semplice lettura di qualche brano, l’organizzazione di un gioco legato ad una fiaba: insomma, il genio italico si potrà sbizzarrire nella scelta dell’iniziativa da proporre.
Naturalmente, meglio si prepara l’iniziativa, e maggiore sarà il successo che ne scaturirà, ed anche se al nostro momento parteciperà un numero limitato di persone, niente paura: alla pubblicizzazione del gesto provvederà il Centro per il libro e la lettura, nel suo sito www.cepell.it: di conseguenza verrà data una copertura mediatica sulla rete.
Dico queste cose per l’esperienza dell’anno passato, di quando ho promosso la presentazione del libro Candidato al Consiglio d’istituto nel piccolo ma organizzato Comune di San Paolo di Jesi.
Io non so se vincerò il Premio Nobel per la letteratura, ma è certo che quella presentazione rimarrà nella mia memoria.
Per questa ragione, se qualcuno ci domanderà Che cosa è Ottobre piovono libri, non dobbiamo farci trovare impreparati.
A risentirci
Massimo Cortese