giovedì 16 giugno 2011

IL PACCO

Dovendo inviare quattro copie dei miei libri in Svizzera, porto il pacco dal tabaccaio, per conoscere la tariffa da pagare per la posta ordinaria.
“ Il pacco pesa un chilo e duecento grammi, per spedirlo dovrà andare direttamente all’ufficio postale.
Va bene, andrò all’Ufficio Postale, ma mi sembra strano un tale peso: in effetti porto il pacco da una bilancia elettronica, dove il pacco misura 508 grammi.
Al mattino successivo, compilo il modello per la raccomandata, anche se la Svizzera, sebbene italiana, è uno Stato Estero. Me lo conferma pure l’impiegato delle poste, al quale mi sono rivolto dicendogli “Voglio fare una raccomandata per la Svizzera”, ma ignoravo che una siffatta richiesta si sarebbe potuta trasformare in una questione particolarmente delicata.
”Ecco la ricevuta di ritorno”- dice l’impiegato, ma il suo iniziale entusiasmo è di breve durata.
L’impiegato svuota cassetti, apre armadi, sfoglia libri: lo vedo sbuffare, non si dà pace, non sa bene che cosa dire, o meglio, si vergogna di dirlo. L’uomo chiama allora la direttrice, che dice, con evidente imbarazzo:
“ Mi dispiace, ma non abbiamo più le raccomandate per l’estero”. Subito dopo, aggiunge, pur di trovare una onorevole via d’uscita: ” Me le avevamo fino a ieri: le posso andare a prendere…”
“No, non le vada a prendere, non c’è tempo da perdere.”
“L’importante è che arrivi” faccio io, riferendomi alla possibilità che il mio pacco arrivi, anche se con la posta ordinaria.”
“Arriva” sentenzia la direttrice, riferendosi però al fatto, per me privo di un reale interesse, che i modelli per le raccomandate per l’estero giungano a quell’ufficio.
Trattengo il riso e la rabbia per una tale disperata situazione, destinata a non trovare uno sbocco, ma alla fine dico:
“ Vada per la posta prioritaria”.
“Stia tranquillo, il suo pacco arriverà, per l’estero c’è tutta una cura particolare” assicura la direttrice.
Speriamo bene. Pago i nove euro richiesti, e mi accingo all’uscita, dopo aver constatato che anche la macchina affrancatrice, per non essere da meno, si è affrettata a non funzionare, sia pure per poco, come è dimostrato dall’impiegato di prima che continua a sbuffare. Anche la bilancia elettronica dell’ufficio ha misurato in 507 grammi il peso del pacco, che è dimagrito di un grammo rispetto alla misurazione di ieri: per un pacco, è una misura di tutto rispetto.
Poi, verso l’ora di pranzo, vengo raggiunto da una notizia sconvolgente: un mio pacco, contenente questa volta due soli libri, è arrivato a Napoli in meno di ventiquattro ore, sebbene non avessi fatto la raccomandata ma la spedizione per Piego di libri, con appena un euro e ventotto centesimi.
Rimango sorpreso: che sia iniziata la riscossa per il Sud?


A risentirci
Massimo Cortese