giovedì 6 ottobre 2011

GIOVEDI’ POMERIGGIO

E’ giovedì 9 settembre 2011. E’ la settimana conclusiva del Venticinquesimo Congresso Eucaristico Nazionale, domenica prossima verrà il Papa a concludere i lavori.
Ho già deciso di partecipare alla processione che si snoderà dal piazzale FINCANTIERI, dove alle cinque si terrà la Santa Messa, fino ad arrivare al Monumento alle ai Caduti. Per essere puntuale alla celebrazione chiedo un permesso dal lavoro, e prendo l’autobus, visto e considerato che questo è l’unico mezzo di trasporto consentito per raggiungere il centro. Lungo la strada vi sono gruppi di volontari del Congresso, che indossano la maglietta rossa, che cercano di prendere l’autobus. Alla fermata di via Giordano Bruno, una ragazza chiede all’autista dell’autobus se può aspettare i suoi amici volontari: camminano a distanza di qualche metro l’uno dall’altro, basterebbe attendere qualche secondo. Tenendo conto che il Congresso Eucaristico Nazionale si tiene ad Ancona ad ogni morte di Papa, credo che un po’ di attenzione debba essere mostrata a questi pellegrini con la maglietta rossa, che qualcuno ha definito i volontari clericali. Di diverso avviso è l’autista che, alla domanda della ragazza, risponde con un tassativo NO. L’autista ha degli ordini da rispettare, non può attendere, forse è arrabbiato per i fatti suoi. Poi l’autobus si ferma per diverso tempo, se volesse potrebbe raccogliere i volontari che vogliono arrivare puntuali alla FINCANTIERI, ma la tradizionale ospitalità anconetana non è di casa questa sera, almeno su questo autobus. Una ragazza, pardon, una giovane suora domanda alla volontaria di prima, perché mai l’autista non abbia fatto salire i giovani, e quella risponde: Ha detto no.
Arrivo al Porto. Non ho il pass, la sacca rossa del pellegrino è rimasta a casa, ho con me solo la copia del Corriere della Sera che mi dovrebbe proteggere dal sole. A poco a poco, si incomincia ad intravedere la folla, oltre al personale di servizio. Nei presi dell’Istituto Nautico, base per le persone che lavorano per la sicurezza del Congresso Eucaristico, noto il dott Oreficini, Responsabile della Regione per la Protezione Civile, mentre telefona dalla sua bicicletta elettrica: è stanco, ma sorridente in volto, è il segno che le cose stanno andando bene.
Arrivo alla FINCANTIERI, i posti a sedere non mancano. Il caldo si fa sentire, un volontario di una certa età distribuisce delle bottigliette d’acqua. Una donna vicina a me, fino quel momento tranquilla, probabilmente a causa di un colpo di sole o forse per chissà quale altra ragione, gli domanda: “Senta, non è che lei ha una birra?” La gag è assicurata: all’inizio il volontario maturo si sente un po’ preso in giro, tanto che, dopo aver detto che ha terminato le birre, dichiara, visibilmente seccato, che lui è al lavoro dall’altro: poi, però, sembra ricomporsi, e va a scambiare quattro battute cordiali con la signora che ha richiesto la birra. Entrano, in ordine sparso, le Suore, che hanno un settore tutto per loro, e così i componenti delle Confraternite, un ordine di frati vestiti di grigio, anzi mi pare che il saio di quel colore lo portano anche delle donne giovani, una di queste ha anche l’orologio al polso. Una signora sulla sessantina telefona a un’amica, dicendo che” l’infiorata lungo Corso Garibadi è molto bella, la dovresti vedere prima che la tolgono”. Ormai la Santa Messa sta per iniziare, ecco don Franco che prende la parola, invitando tutti al silenzio, quand’ecco che assisto ad una curiosa situazione: probabilmente una signora anziana vuole andare non so bene dove, e allora un volontario, anch’esso di una certa età, le impedisce il passaggio. “Signora, da qui non si passa, le suore stanno là, il clero è lì, ho degli ordini ben precisi da rispettare”. La Santa Messa sta per iniziare, ormai tutti hanno preso posto, ma lui deve cercare di mettere a posto le cose, o almeno sembra essere di questo parere. Comunque la Santa Messa inizia, e il nostro volontario di colpo torna tranquillo, e lascia perdere il diverbio con la signora. La Santa Messa dura un’ora, il deflusso procede bene, i primi a lasciare la piazza sono i componenti delle Confraternite, giunti da tutta Italia. La cittadina pugliese di Monopoli ha almeno tre confraternite, e via via sciamano uomini e donne con i loro abiti caratteristici, testimoni di epoche lontane, con in mano i loro vessilli. Molte sono le persone che filmano quelle comparse, mentre la gente, dopo il lungo corteo delle Confraternite, lascia la piazza. Inizia in questo momento la processione, che dal porto terminerà al Monumento ai Caduti. L’ultima volta che ho partecipato ad una cosa del genere è stato il 9 maggio del 1978: era stato assassinato l’onorevole Aldo Moro, e da piazza Cavour si snodò un corteo fino al Monumento, dove si tenne la Santa Messa, officiata dall’arcivescovo Maccari. A quel mesto corteo silenzioso partecipava la gente comune con le bandiere dei partiti politici di allora, la Democrazia Cristiana, il Partito Comunista, il Partito Socialista e le altre formazioni politiche: sembra un’altra epoca, ma non dobbiamo dimenticarla. Anche quei momenti di sofferenza sembravano non dover terminare mai: eppure, il Paese è riuscito a uscirne fuori: perché mai non si dovrebbe riuscire ad abbandonare le difficoltà attuali?
Comunque torniamo alla nostra processione eucaristica. Quando lasciamo il Porto, vedo che la folla s’ingrossa a vista d’occhio: aumentarono i curiosi che stanno ai lati della strada, chiusa al traffico per l’occasione. Ai bordi della strada vi sono i volontari che tengono gli amplificatori, per aiutare la gente ad ascoltare meglio. Imbocchiamo il corso Garibaldi, disposti su due file, molto ordinata quella di sinistra, a differenza di quella di destra, dove mi trovo io. Al centro vi sono le infiorate, dei disegni coperti da petali di fiori, granturco, e roba del genere: il colpo d’occhio è eccezionale, la gente non ha mai visto una cosa del genere, almeno qui ad Ancona. Tanti sono gli autori di queste infiorate: la più gettonata è l’Associazione pro-Loco di Corinaldo, ma sono presenti anche altri Comuni, come Cupramontana e Castelraimondo. Ma guarda, c’è anche una bella infiorata della Parrocchia di Santa Maria delle Grazie, quella dove sono nato, oltre al sapiente lavoro di tante altre parrocchie, come quella di San Pietro Martire di Varano. Un tale, non so bene per quale ragione, dice a qualcuno: “Una cosa del genere ad Ancona non la dovevano fare”: a chi si riferiva, al Congresso, all’Infiorata o a qualche altra cosa? Non lo so: è sempre brontolone il carattere di noi anconetani, come ebbe a scrivere il poeta Gioacchini nella poesia dedicata alla crocetta. Arriviamo a Piazza Cavour e prendiamo il Viale della Vittoria, che ci porterà al Monumento: Incontro Nino, Stefania con Giovanni, Valeria con il figlioletto Giacomo: cerco di telefonare a mia moglie per dirle che arriverò a casa più tardi del previsto, ma la folla è sempre più chiassosa, e per il momento vi rinuncio. Verso le venti e trenta arrivo vicino al Monumento, dove il Vescovo chiude la celebrazione, con le luci che illuminano lui e gli altri sacerdoti convenuti. L’audio non funziona bene, si sente ogni tanto qualche parola, ora tutti fanno silenzio. Il vescovo conclude il momento liturgico con la benedizione e l’invito a partecipare sabato e soprattutto domenica, quando ci sarà la Santa Messa con il Papa. A proposito, alla fine di tutto, uno grida “Viva il Papa” e la gente risponde con un applauso non molto caloroso, almeno per i miei gusti.
Riprendo la via di casa, il deflusso procede bene, riesco a prendere l’autobus 2/6 per andare a casa.
Alle ore 21.15 mi incontro, stanco ma felice per il pomeriggio memorabile vissuto, con mia moglie e mia figlia: in TV c’è Montalbano.
Questa è una cronaca: ad ognuno lascio le emozioni del momento, che potrà raccontare.

Massimo Cortese