La semifinale Italia-Germania, disputata in occasione della
Coppa Rimet del 1970 in
Messico, è rimasta e rimarrà nel nostro immaginario. In effetti, gli eventi
sportivi accaduti, dalla rete tedesca al novantesimo minuto, sono stati tanti e
tali, da consegnare quel piccolo grande evento alla storia di tutti noi.
Tuttavia, se mi si dovesse chiedere che cosa ricordo di
quella partita, il mio pensiero va ad un grido nella notte, quello di “VINCIAMO, VINCIAMO, VINCIAMO”, che,
secondo le cronache, sembra essere stato fatto da un operatore della RAI. Quel
grido di gioia inconsapevole non è una cosa da tralasciare, anzi è un elemento
che sintetizza lo stato d’animo di una comunità, ed è importante sottolineare
che la persona che lo ha espresso si trovava lontano dal territorio nazionale, benché
nessuno possa negare che quelle parole siano partite dal cuore del Paese.
A differenza di quanto accade oggi, dove i fuoriprogramma
sono all’ordine del giorno, quello sfogo, se in un primo momento ci fa sentire
tutti più giovani, perché ci rimanda a come eravamo in quel 1970, ci consenta di comprendere come,
anche nell’attuale momento storico, caratterizzato da confusione ed incertezza,
un sussulto di orgoglio possa riportarci all’ottimismo.
A risentirci
Massimo Cortese