Premessa:
se dieci anni fa mi fosse stato chiesto di scrivere un discorso in occasione
del pensionamento di Rosella Cardelli, sicuramente avrei composto uno scritto
ben diverso dall’attuale, per la serie di motivi che noi tutti conosciamo.
D’altra
parte, non dobbiamo farci prendere dalla facile nostalgia per il passato, ma si
devono sempre cogliere gli aspetti positivi di ogni vicenda umana nella quale
siamo chiamati a vivere il momento presente.
Che
cosa posso dire del periodo trascorso con Rosella a Palazzo Stamira, in via
Ruggeri e a Passo Varano? Il discorso rimanderebbe alle pie donne, una curiosa espressione che Rosella ha sempre mal
sopportato, ed allora me ne guardo bene dall’assecondare quella mia originale sintesi.
Ora
mi rendo conto che, a pensarci bene, io, Rosella, Carla, Mariella, Bruna e
Silvana, abbiamo trascorso insieme non meno di quindici anni della nostra vita
lavorativa, e quindici non sono pochi, e comunque quegli anni sono senz’altro i più importanti della nostra permanenza
nell’Amministrazione Provinciale, in quanto, oltre ad averli condivisi, sono
culminati con quel fuori programma, sintetizzato con la Nuova Normativa sulle
Province, che ha posto fine alla tranquillità del nostro lavoro, che sembrava
assicurata dall’operare nel pubblico impiego.
Per
la prima e unica volta abbiamo assaporato l’incertezza, il disagio, l’esodo di
colleghe e colleghi, alcune manifestazioni di protesta, non poche feste di
addio con regolari pianti di commozione, qualche viaggio della speranza a Roma,
e chi ne ha più ne metta, senza mai dimenticare la nostra missione di
dipendenti pubblici, che hanno sempre cercato di operare al meglio.
Ricordi
Rosella di quando mandavate le persone dal sottoscritto, in quanto io avevo creato
degli stampati sui quali scrivevo le istanze dei cittadini, al solo scopo di
aiutarli: io vorrei sapere quanti sono gli uffici pubblici nei quali ci si
prende carico delle richieste dei cittadini come facevamo noi dell’Ufficio
Concessioni, tenendo conto che spesso avevamo a che fare con persone anziane.
Anche
tu e le altre colleghe vi siete sempre adoperate per mettere a proprio agio le
persone, con quel senso di appartenenza non comune nella Pubblica
Amministrazione.
Ogni
giorno, per il sottoscritto c’era poi il rito di firmare le lettere, momento
nel quale non mancavamo di dire ciascuno la propria opinione sul lavoro e non
solo.
Che
dire poi delle pubbliche relazioni, anche se sarebbe meglio definirle private,
con i Responsabili delle Poste, delle ditte che si occupavano della manutenzione
del computer, con le Associazioni sportive e compagnia cantando?
Sicuramente
abbiamo costituito una squadra operativa in grado di sviluppare al meglio il
rapporto Cittadino-Pubblica Amministrazione, e abbiamo sempre coinvolto nel
nostro lavoro l’operato dei geometri Casoni e Massacesi e del personale dei
Nuclei sparsi nel territorio.
Poi
la Diaspora e il pensionamento di Bruna e Silvana hanno avuto la meglio, ci
siamo sparpagliati nei meandri della Regione, ma i quindici anni non possiamo
dimenticarli, anche con le cose belle e meno belle tipiche delle umane
relazioni.
Buon
Natale, Felice Anno Nuovo, cara Rosella: ti esprimiamo il nostro rallegramento
per il raggiungimento dell’età della Pensione che, sicuramente, è ben meritata.
A
risentirci
Massimo Cortese