Domenica 16 maggio, anche il Comune di San Paolo di Jesi ha festeggiato la Giornata di Promozione della lettura, con una sorta di evento contenitore, costituito addirittura da tre inaugurazioni: la nuova sede della Biblioteca Comunale, quella della Croce Rossa e l’apertura di una mostra di telefoni d’epoca. Tutto si è svolto con grande solennità: la presenza del corteo, i discorsi del sindaco e della minisindaco, la benedizione dei locali, l’Inno Nazionale eseguito dalla banda musicale al momento del taglio del nastro: questi piccoli segni, tutti attentamente preparati, hanno conferito la passione giusta alla manifestazione. All’interno dell’inaugurazione della nuova sede della Biblioteca, ho donato al sindaco il mio secondo libro “Non dobbiamo perderci d’animo”, ed il momento è stato inserito tra gli eventi nazionali di “Il 23 maggio regala un libro”, basta andare sul sito www.ibookyou.it per rendersene conto. Al momento della donazione, che è avvenuta pubblicamente, ero emozionantissimo, ma ho improvvisato un brevissimo discorso: se penso che il 17 ottobre ho presentato a San Paolo di Jesi il mio primo libro “Candidato al Consiglio d’istituto” ed ora, a distanza di qualche mese, è stato il turno della seconda opera, posso dire che questo piccolo Comune della Vallesina è importantissimo per la mia avventura letteraria.
Chi lo avrebbe mai detto?
Senza volermi dilungare sui sentimentalismi che, comunque vadano le cose, fanno bene al cuore, vorrei spendere una parola su questa iniziativa del Centro per il libro e la lettura che, insieme alle Associazioni dei Librai, degli Editori e grazie all’impegno di Comuni e Province, ha indetto la prima Giornata di Promozione della Lettura. In Italia si legge poco, e questo vuol dire che si scrive e si parla meno bene di quanto si dovrebbe: gli addetti ai lavori mi hanno compreso. Come ha detto un papà ” Leggere un libro in più equivale a renderci più forti”: non dobbiamo dimenticarlo.
A risentirci
Massimo Cortese
domenica 23 maggio 2010
giovedì 13 maggio 2010
NON DOBBIAMO PERDERCI D’ANIMO
E’ stato pubblicato il mio secondo libro, Non dobbiamo perderci d’animo, Edizioni Montag. Si tratta di una raccolta di dieci racconti sull’Italia di ieri e su quella di oggi. Il testo prosegue l’avventura letteraria iniziata con Candidato al Consiglio d’istituto, anche se questa volta è stato fatto ricorso alla struttura del racconto. Il motivo conduttore è la speranza, che tiene uniti gli scritti. La speranza non deve mai mancare, neppure nei momenti più difficili, anche se tutto sembra irrimediabilmente perduto. Certo, il concetto è facile a dirsi, poi quando ti capita l’incidente, o forse sarebbe il caso di parlare di accidente, si rimane abbandonati, sconvolti, distrutti. Tanto per stare in argomento, posso dire che qualcosa del genere mi è capitata recentemente. Il 21 marzo scorso, mentre stavo accingendomi alla preparazione della presentazione del libro Candidato al Consiglio d’istituto a Castelfidardo, che è avvenuta regolarmente l’11 aprile, ho trovato mia madre in fin di vita. E’ seguito un ricovero di dieci giorni, e se c’è un paziente che sta in un ospedale italiano per così tanto tempo, è segno che è veramente in fin di vita. Non voglio parlare della parentesi ospedaliera, benché ci sarebbero tante cose da dire, ma è certo che ritrovarsi in una situazione di difficoltà, è davvero molto più semplice e naturale di quanto potrebbe sembrare. In quei giorni ho dormito davvero molto poco, ma a Castelfidardo ho cercato di onorare la presentazione nel migliore dei modi. Ho anche conosciuto l’Assessore alla Cultura, il dottor Moreno Giannattasio, davvero molto preparato, che ha dimostrato di aver letto e approfondito il testo. Poi il 24 aprile mi sono ritrovato a Civitavecchia, vicino Roma, per un’altra presentazione di Candidato al Consiglio d’istituto: ma di questa parleremo in seguito.
Sono contento che il testo sia stato pubblicato prima dell’apertura del Salone Internazionale del libro di Torino.
A risentirci
Massimo Cortese
Sono contento che il testo sia stato pubblicato prima dell’apertura del Salone Internazionale del libro di Torino.
A risentirci
Massimo Cortese
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