lunedì 14 marzo 2011

NON E’ MAI TROPPO TARDI

Ho letto con grande interesse il testo del Discorso del 16 marzo sull’Unità Nazionale, che il sindaco di San Paolo di Jesi ha preparato con attenzione. La “Commemorazione dell’Unità Nazionale” è già in rete, e tutti la possono consultare sul sito del Comune. In questi giorni è tutto un susseguirsi di incontri, interventi, scritti sui 150 anni della nostra storia, e tutto questo rappresenta un fattore molto positivo. Tuttavia, non dobbiamo mai dimenticarci dei tanti italiani anonimi, che hanno portato avanti una decorosa esistenza, pur tra mille difficoltà, come coloro che non sapevano leggere e scrivere. Ieri ho visto un pezzo della trasmissione televisiva “Non è mai troppo tardi”, che si occupava di sanare il fenomeno dell’analfabetismo. Quella trasmissione, andata in onda tra il 1960 ed il 1968, è diventata mitica, tanto che ne parlano anche quelle persone, come me, che non l’hanno mai vista, se non in immagini di repertorio. Ebbene, in quella trasmissione, che peraltro è reperibile su youtube, il maestro Manzi fa leggere delle persone anziane, fra le quali vi è una ottantaduenne ed un settantottenne, che viene chiamato alla lavagna per scrivere il suo nome. A quella trasmissione era presente, in qualità di ospite, l’attore Carlo Campanini, molto noto in quegli anni, e ad un certo punto il maestro Manzi si commuove, nel commentare la scrittura del settantottenne. “Le sue mani non sono quelle di uno scrittore, ma molto di più”- egli dice.
Ne sono fermamente convinto. Lo ripeto, nelle commemorazioni dell’Unità nazionale dobbiamo ricordarci anche di queste persone semplici che ci hanno preceduto.

A risentirci
Massimo Cortese

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