Questa
mattina stavo accingendomi a prendere l’autobus, quand’ecco che un tale, dall’altra parte della strada, mi rivolge la
seguente domanda gridata: “Perché l’ultimo Natale delle province? “. Ad ogni
domanda, almeno così mi hanno insegnato, ci vuole una risposta. Immediatamente,
mi sono fermato, ho interrotto la camminata da podista, rimanendo soddisfatto
dal fatto che il tale sapeva che io ho scritto il libro. “Come l’avrà saputo ?”Che
io sappia, il tale non ha il telefonino e non ha neppure dimestichezza con il
computer, con Internet intendo dire, ma in qualche modo l’ha saputo. Rischiavo
di perdere l’autobus, allora gli ho detto dopo alcune titubanze “Te lo dico la
prossima volta, adesso ho fretta”.
Gli
attimi passati sono stati determinanti, nel senso che alla fine ho perduto
l’autobus. In fondo, a pensarci bene, non sono assolutamente dispiaciuto per
quella perdita. Non che la domanda del tale abbia significato chissà quale
popolarità, sia ben chiaro, ma quel quesito fatto a bruciapelo mi ha fatto
pensare che forse ci sono persone incuriosite da quel titolo bizzarro. Rispondo
allora che è sufficiente leggere il libro per comprendere la ragione del
titolo, e se ve la svelassi toglierei il gusto di sfogliare le pagine. Poi,
strada facendo, può darsi che sussistano
varie motivazioni, e quindi non solo una, a giustificare il titolo.
A
risentirci
Massimo Cortese