giovedì 18 dicembre 2014

Intervista di Massimo Cortese in Radio



BREVE SCHEDA DI MASSIMO CORTESE
Massimo Cortese è nato ad Ancona nel 1961, dove vive e risiede. 
Sposato, una figlia di 15 anni, lavora come Funzionario dell’Amministrazione Provinciale di Ancona, dove si occupa dell’aspetto amministrativo dei provvedimenti relativi alle strade provinciali. 
In questa sua veste, ha scritto “L’ultimo Natale delle Province”, dove descrive la giornata del 5 novembre 2013 vissuta a Roma al teatro Quirino. 
Quel giorno, infatti, l’Unione delle Province Italiane (UPI) ha indetto una propria Assemblea, alla quale furono invitati tutti i dipendenti provinciali: il libro è il diario di una giornata, molto simile a “La giornata di uno scrutatore” che Italo Calvino scrisse nel 1963, per parlare dell’elezione al Cottolengo di Torino. 
Si tratta della cronaca di una giornata, nella quale il protagonista spera, riflette, fantastica, perché si rende conto che quello che gli sta capitando è un qualcosa che riguarda non solo lui, non solo i dipendenti provinciali, ma l’intero Paese. 
Quella giornata si rivelerà inutile, e lui ha sentore di questo disagio nelle ultime righe dello scritto, quando uno specchio magico gli augurerà Buon Natale. 
Il finale è fantastico, mentre la realtà attuale dei dipendenti provinciali è assolutamente tragica. 
Sui giornali si leggono notizie sui licenziamenti, sugli esuberi, ormai il destino delle persone che lavorano nelle Amministrazioni Provinciali è basato sulla confusione e sull’incertezza sul proprio futuro. 
Non si sa se nei prossimi mesi verremo pagati, molti dipendenti se ne sono andati a lavorare presso altri Enti, con un esodo tipico delle tragedie, come per i profughi della Venezia Giulia degli Anni Quaranta. 
Siamo lasciati allo sbando, praticamente da tutti coloro che avrebbero dovuto risolvere gli interrogativi che il procedimento di abolizione delle Province ha creato. 
Intendo riferirmi alla Politica, che ha visto nell’abolizione delle Province la panacea di tutti i problemi, e ai Sindacati, che ora stanno dicendo sui giornali che potrebbero esserci i licenziamenti, dopo un periodo di mobilità per due anni. 
Io credo, in questa situazione, che le persone più fragili di noi potrebbero non farcela a reggere il dramma, spero di sbagliarmi. 
Quella del dipendente provinciale è una tragedia, ma dal Governo, dalle Regioni e dal Parlamento non vi  una sola voce rassicurante, che possa scongiurare il timore certo di perdere il proprio posto di lavoro, e con esso una dignità conquistata con il lavoro di tutti questi anni, nostro e di coloro che ci hanno preceduto.

Domanda: In buona sostanza, che cosa è accaduto, ce lo può spiegare in sintesi?

Risposta: Con il Decreto Salva Italia del Governo Monti, le Province dovevano essere ridotte di numero. 
Nella nostra Regione sarebbero rimaste le Province di Ancona, Pesaro, e quella di Ascoli Piceno e Fermo, che sarebbe diventata la più grande delle Marche. 
La provincia di Macerata sarebbe scomparsa, ma non se ne è fatto più niente. 
Con a legge approvata nel mese di aprile 2014 le Province sono divenute degli enti di secondo livello, non più votati da elezioni popolari, ma da parte dei sindaci e consiglieri comunali del territorio provinciale. 
Con la nuova legge scompare la Giunta, l’Organo di Governo, mentre rimangono Presidente e Consiglio Provinciale, eletto appunto da sindaci e consiglieri comunali.

Domanda: Si aspettava di vivere una situazione del genere?

Risposta: Assolutamente no, pensavo che almeno la Corte Costituzionale avrebbe impedito lo scempio, ma non è accaduto nulla. 
Siamo in un vicolo cieco, la Politica ha scherzato con il fuoco, facendo credere che tutti i mali fossero causati dalle Province.

Domanda: Secondo lei, perché è successo tutto questo?

Risposta: Lo dico nel libro. 
Si è trattato di un vero e proprio caso di bullismo politico.

Domanda: Si spieghi meglio, che cosa intende per bullismo politico?

Risposta: Vede, neo parliamo spesso del bullismo scolastico, che io ho affrontato nel primo libro “Candidato al Consiglio d’Istituto”, dove esamino il fenomeno dal punto di vista della vittima o zimbello. 
Il bullo è un individuo che getta discredito su un altro individuo per avere un vantaggio personale, magari per fare colpo sulle ragazze, o semplicemente perché quell’accanimento lo fa sentire importante
Allo stesso modo la Politica ha colpito le Province in quanto enti piccoli, e quindi facili da colpire. 

Tutto è avvenuto per far credere all’opinione pubblica che in questo modo si sarebbero tagliati i costi della Politica, ma questo non è vero, e gli scandali sullo sperpero di denaro pubblico permane.

Domanda: Secondo lei, ce cosa andrebbe fatto?

Per prima cosa si dovrebbe eliminare ogni confusione sull’incertezza del futuro, e definire chiaramente quali sono le competenze delle Province. 

sussegue una breve lettura di una parte di capitolo de "L'ultimo natale delle Province"
e un accenno agli altri tre libri scritti.

Il primo scritto, “Candidato al Consiglio d’Istituto” si occupa di educazione e di bullismo scolastico. 
Il secondo libro “Non dobbiamo perderci d’animo” è una raccolta di racconti sugli ultimi 150 anni di vita italiana, ad eccezione del racconto “Cimabue e Giotto” che ricostruisce lo storico incontro tra i due Maestri, che favorisce l’affermarsi dell’arte pittorica italiana. 
Il terzo libro “Un’opera dalle molte pretese” il protagonista è alle prese con una vicenda legata ad un fatto di mala giustizia, e si occupa anche di Politica.

Domanda: Scriverà ancora?

Risposta: Dico sempre di fermarmi, ma una volta aver iniziato a scrivere e pubblicare, è difficile smettere: si vedrà.

SULLA BATTUTA DI BENIGNI SUL COMANDAMENTO NON RUBARE RISPONDO CON UNA BARZELLETTA

Carissimi Amici, ho apprezzato quello che ha detto Benigni sui dieci comandamenti. 
Tutto si può perdonare al simpaticissimo Toscano, anche la battuta, amara senz’altro, sul fatto che Dio ha scritto il comandamento NON RUBARE pensando a noi italiani.
La battuta è pericolosa, recentemente vi sono stati dei giornali stranieri che hanno detto qualcosa di molto analogo.

Rispondo allora con una simpatica barzelletta.

Subito dopo aver creato il Mondo, Dio si rende conto che ha fatto un Paese particolarmente dotato, con bellezze naturali, luoghi d’arte, ci ha messo pure il Vaticano, insomma non mancava proprio niente. 
Poi deve aver pensato: Qualcuno potrebbe arrabbiarsi. 
Allora, per controbilanciare il tutto, ha creato la Classe Politica italiana.

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Massimo Cortese