Massimo Cortese è nato ad Ancona
nel 1961, dove vive e risiede.
Sposato, una figlia di 15 anni, lavora come
Funzionario dell’Amministrazione Provinciale di Ancona, dove si occupa
dell’aspetto amministrativo dei provvedimenti relativi alle strade provinciali.
In questa sua veste, ha scritto “L’ultimo Natale delle Province”, dove descrive
la giornata del 5 novembre 2013 vissuta a Roma al teatro Quirino.
Quel giorno,
infatti, l’Unione delle Province Italiane (UPI) ha indetto una propria
Assemblea, alla quale furono invitati tutti i dipendenti provinciali: il libro
è il diario di una giornata, molto simile a “La giornata di uno scrutatore” che
Italo Calvino scrisse nel 1963, per parlare dell’elezione al Cottolengo di
Torino.
Si tratta della cronaca di una giornata, nella quale il protagonista
spera, riflette, fantastica, perché si rende conto che quello che gli sta
capitando è un qualcosa che riguarda non solo lui, non solo i dipendenti
provinciali, ma l’intero Paese.
Quella giornata si rivelerà inutile, e lui ha
sentore di questo disagio nelle ultime righe dello scritto, quando uno specchio
magico gli augurerà Buon Natale.
Il finale è fantastico, mentre la realtà
attuale dei dipendenti provinciali è assolutamente tragica.
Sui giornali si
leggono notizie sui licenziamenti, sugli esuberi, ormai il destino delle
persone che lavorano nelle Amministrazioni Provinciali è basato sulla
confusione e sull’incertezza sul proprio futuro.
Non si sa se nei prossimi mesi
verremo pagati, molti dipendenti se ne sono andati a lavorare presso altri
Enti, con un esodo tipico delle tragedie, come per i profughi della Venezia
Giulia degli Anni Quaranta.
Siamo lasciati allo sbando, praticamente da tutti
coloro che avrebbero dovuto risolvere gli interrogativi che il procedimento di
abolizione delle Province ha creato.
Intendo riferirmi alla Politica, che ha
visto nell’abolizione delle Province la panacea di tutti i problemi, e ai
Sindacati, che ora stanno dicendo sui giornali che potrebbero esserci i
licenziamenti, dopo un periodo di mobilità per due anni.
Io credo, in questa
situazione, che le persone più fragili di noi potrebbero non farcela a reggere
il dramma, spero di sbagliarmi.
Quella del dipendente provinciale è una
tragedia, ma dal Governo, dalle Regioni e dal Parlamento non vi una sola voce rassicurante, che possa
scongiurare il timore certo di perdere il proprio posto di lavoro, e con esso
una dignità conquistata con il lavoro di tutti questi anni, nostro e di coloro
che ci hanno preceduto.
Domanda: In buona sostanza, che cosa è accaduto, ce lo può spiegare in
sintesi?
Risposta: Con il Decreto Salva
Italia del Governo Monti, le Province dovevano essere ridotte di numero.
Nella
nostra Regione sarebbero rimaste le Province di Ancona, Pesaro, e quella di
Ascoli Piceno e Fermo, che sarebbe diventata la più grande delle Marche.
La
provincia di Macerata sarebbe scomparsa, ma non se ne è fatto più niente.
Con a
legge approvata nel mese di aprile 2014 le Province sono divenute degli enti di
secondo livello, non più votati da elezioni popolari, ma da parte dei sindaci e
consiglieri comunali del territorio provinciale.
Con la nuova legge scompare la
Giunta, l’Organo di Governo, mentre rimangono Presidente e Consiglio
Provinciale, eletto appunto da sindaci e consiglieri comunali.
Domanda: Si aspettava di vivere una situazione del genere?
Risposta: Assolutamente no,
pensavo che almeno la Corte Costituzionale avrebbe impedito lo scempio, ma non
è accaduto nulla.
Siamo in un vicolo cieco, la Politica ha scherzato con il
fuoco, facendo credere che tutti i mali fossero causati dalle Province.
Domanda: Secondo lei, perché è successo tutto questo?
Risposta: Lo dico nel libro.
Si è
trattato di un vero e proprio caso di bullismo politico.
Domanda: Si spieghi meglio, che cosa intende per bullismo politico?
Risposta: Vede, neo parliamo
spesso del bullismo scolastico, che io ho affrontato nel primo libro “Candidato
al Consiglio d’Istituto”, dove esamino il fenomeno dal punto di vista della
vittima o zimbello.
Il bullo è un individuo che getta discredito su un altro
individuo per avere un vantaggio personale, magari per fare colpo sulle
ragazze, o semplicemente perché quell’accanimento lo fa sentire importante.
Allo stesso modo la Politica ha colpito
le Province in quanto enti piccoli, e quindi facili da colpire.
Tutto è
avvenuto per far credere all’opinione pubblica che in questo modo si sarebbero
tagliati i costi della Politica, ma questo non è vero, e gli scandali sullo
sperpero di denaro pubblico permane.
Domanda: Secondo lei, ce cosa andrebbe fatto?
Per prima cosa si dovrebbe
eliminare ogni confusione sull’incertezza del futuro, e definire chiaramente
quali sono le competenze delle Province.
sussegue una breve lettura di una parte di capitolo de "L'ultimo natale delle Province"
e un accenno agli altri tre libri scritti.
e un accenno agli altri tre libri scritti.
Il primo scritto, “Candidato al Consiglio
d’Istituto” si occupa di educazione e di bullismo scolastico.
Il secondo
libro “Non dobbiamo perderci d’animo” è una raccolta di racconti sugli ultimi
150 anni di vita italiana, ad eccezione del racconto “Cimabue e Giotto” che
ricostruisce lo storico incontro tra i due Maestri, che favorisce
l’affermarsi dell’arte pittorica italiana.
Il terzo libro “Un’opera dalle molte
pretese” il protagonista è alle prese con una vicenda legata ad un fatto di mala giustizia,
e si occupa anche di Politica.
Domanda: Scriverà ancora?
Risposta: Dico sempre di
fermarmi, ma una volta aver iniziato a scrivere e pubblicare, è difficile
smettere: si vedrà.
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