Sabato
scorso 26 novembre, su RAI Storia ho appreso della tragedia toccata alla
Nazionale Giovanile di Nuoto nell’anno 1966, che perì tutta a seguito di un
disastro aereo.
Per un ritardo di dodici minuti, la comitiva azzurra non riuscì
a prendere l’aereo sul quale avrebbe dovuto viaggiare.
Il bel documento filmato
ci ha riportato alla luce un’Italia diversa, fatta di tante persone semplici,
strappate anzitempo alla vita. In particolare mi ha colpito la figura della
giovanissima studentessa Carmen Longo, e della testimonianza che ne diede una
sua professoressa, che rimase stupita dal sapere che era un’atleta. Carmen non
si dava le arie: decisamente, era un’Italia diversa.
Questa settimana vi è poi
stata la tragedia della squadra di calcio brasiliana, protagonista di un altro
disastro aereo, anche se si sono avuti dei superstiti.
Nuovamente è scattata la
solidarietà per aiutare i parenti delle vittime: anche nel 1966 il nostro Paese
si strinse attorno a quei ragazzi, che – non dobbiamo dimenticarlo – saranno
sempre i nostri ragazzi.
Massimo Cortese
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