Nella mia Amministrazione, quando l’Ente intende nominare i dirigenti o i titolari di posizioni organizzative, chiama una società di consulenza che nel giro di tre o quattro giorni, dopo aver esaminato i funzionari, individua una griglia di persone da sottoporre alla Giunta, che infine emetterà il sospirato verdetto. Un paio di anni fa la società preposta ha deciso di dare a tutti un giudizio, nel senso che ciascuno, benché eliminato, se voleva, poteva essere edotto circa il giudizio avuto. Non avendo superato la soglia delle prima tornata eliminatoria, ero curioso di conoscerne la ragione. Ma la dottoressa della società di consulenza, dall’accentuato accento torinese ma spagnola di nascita, si trovava in difficoltà nell’espormi quello che avrebbe dovuto dirmi. Vi presento uno stralcio del dialogo.
Consulente: - Vede, dottore, insomma, la sua intelligenza…
Io: - Forse non sono intelligente?
Consulente : No, no, è intelligente.
Io: Meno male.
Consulente: Però .. la sua intelligenza … non che non sia intelligente … ma ci deve pensare, si deve applicare … poi alla fine ci arriva, ma gli ci vuole…
Io: La mia, mi sembra di aver capito, è intelligenza a scoppio ritardato. O no?