In tempi ormai lontani, allorchè venne
chiesto ad un Ingegnere Svizzero quale opinione egli avesse sugli Italiani,
questa fu la sua sorprendente risposta:
Il
popolo italiano è costituito da grandi lavoratori, però ha un difetto: prima
fanno e poi pensano.
In certe occasioni, sono portato a
credere che l’Ingegnere potrebbe avere ragione: ma procediamo con calma.
MASSIMO
CORTESE
QUANDO LA NEVE FA PENSARE
Contributo
sul ruolo delle Province
Febbraio 2012
NEVICA
Nevica incessantemente dal pomeriggio di
ieri, quando, nella tormenta, ho pensato seriamente di essere giunto al
capolinea. Per fortuna, comunque, mi sono trascinato fino a casa, e per questa
volta, mi sono ripromesso che la
riflessione sull’abolizione delle Province, devo scriverla quanto prima.
Ma torniamo alla neve.
In strada non c’è nessuno, non si vede lo
spazzaneve, di mezzi pubblici neanche a parlarne. Oggi è sabato, ed anche le
automobili non fanno la loro comparsa sulla strada innevata.
E se mi dovesse prendere un accidente,
magari una semplice caduta, chi mi ripesca più? Posso morire assiderato con una
certa facilità, la possibilità di non scrivere quanto avevo promesso è quanto
meno reale.
Scommetto che le strade del Centro son
state liberate, ma qui nella frazione non si vede nessuno, neppure le
automobili dei mezzi di soccorso che almeno ti danno l’impressione di non
essere lasciato solo.
Ma perché non passa lo Spazzaneve?
C’è un problema: manca il contatto tra la Centrale Operativa,
che coordina i soccorsi, e che dovrebbe inviare lo Spazzaneve, e la Frazione dove mi trovo,
in balia di un vento malandrino che fa Uh
Uh ! e di uno spettacolo desolante che è quello che ci viene offerto da
questo tempaccio della malora.
Ecco, ho avuto un’illuminazione.
Solamente ora ho compreso la ragione per la quale vogliono sopprimere, o
trasformare, o rivedere, o cambiare i connotati, al ruolo delle Province che,
dopo centocinquanta anni di onorato servizio, e forse anche di più di
centocinquanta anni, dovrebbero essere mandate a casa.
Il problema è politico: come nel caso
dello Spazzaneve, il Centro non comprende più la Periferia, ma questo
avviene perché ormai i rapporti fra queste due Entità Territoriali, che
dovrebbero dialogare tra loro, tendono a scomparire.
Si spiega allora perché la Politica, quando si trova
al Centro, spinge per l’abolizione delle Province, mentre, una volta radicata
in Periferia, l’opinione è automaticamente invertita. Eppure il Centro e la Periferia dovrebbero
parlare una sola lingua, ma non è così:
siamo allora in presenza di una Situazione Paradossale, che potremmo
definire Schizofrenica o, con un termine più dolce, a Corrente Alternata. Una
Politica che non riesce a comprendere questo iato è destinata ad esplodere,
anzi è già esplosa, in quanto non riesce a produrre niente di buono: non a
caso, in questo momento storico la
Politica è Commissariata.
Ma se il Centro non conosce le esigenze
della Periferia, i suoi problemi, le sue rivendicazioni, le sue risorse, ma
identifica in esse solo una sorta di oneri, di occasioni di spreco, le cose
sono due: o ha ragione il Centro o la Periferia. Se il Centro è commissariato, per far
vedere chi comanda, è lo stesso Centro che, anziché leccarsi le ferite ed
elaborare una strategia di riscatto, vuole commissariare le Province,
ridimensionarle, perché ormai l’unica possibilità per restituire colore e
credibilità alla Politica è di ascoltare quell’Italia sana, tipica della
Periferia. Si vuole ridimensionare l’Italia periferica, perché questa è una
minaccia alle rendite di posizione del Centro, ormai incapace di rifarsi un look: preferisce
rovinare il vestito di chi lo ha sempre indossato alla grande, anche se questo
gioco al massacro non darà buoni frutti, ma tanta, troppa demagogia. In poche
parole, c’è un continuo attacco da parte del Centro alla buona politica delle
Amministrazioni locali: si è cominciato con le Comunità Montane, hanno tentato
di chiudere i Comuni più piccoli, come se i cittadini di queste Comunità
dovessero vergognare di esistere, e adesso si desidera svuotare il ruolo delle
Province, in quanto queste le Amministrazioni più deboli.
Questo disegno è un atto di bullismo
politico.
E’ triste ammetterlo per uno che ha
sempre creduto nello Stato, nella credibilità delle Istituzioni, nel rapporto
tra Cittadino e Istituzioni, ma le cose stanno in questo modo. Con l’abolizione
delle Province non in modo uniforme, ma a cascata, con le prime sei
Amministrazioni Provinciali, dove non si
voterà più a maggio, con la negazione del diritto all’elettorato attivo per una
fetta della popolazione, che è una delle espressioni più importanti
dell’uguaglianza giustamente decantata nella nostra Costituzione, quelle
persone varranno di meno rispetto agli altri concittadini dello Stivale.
Vedete: questa è una legge razziale, nel senso che la stessa soluzione non si
ha per tutti, e i cittadini delle Amministrazioni in scadenza diventeranno
delle cavie: sulla carta, avremmo delle Province di serie A e delle Province di
Serie B.
Così come ci sono le strade dove è
passato lo Spazzaneve e quelle dove la gente lo attende.
SOLITUDINE
Non sono pentito di essermi messo in
strada, ma ho la vaga sensazione di essere solo con la neve, in questo 11
febbraio 2012: si sente solo qualche cane abbaiare e qualche gallo che canta,
come se qualcuno ci stesse per tradire. Tra queste case di campagna, i galli
abbondano nei pollai, e il loro verso mi ha sempre fatto ridere. Qualche
automobile coperta di neve si comincia a vedere, ed anche qualche persona
intenta a spalare l’accesso alla propria abitazione. Saluto tutti, ma a un
certo punto del mio cammino vedo una signora fermare un automobile dei Vigili
del Fuoco: la donna si lamenta, e fa bene, del fatto che in via Monte San Vicino non è passato nessuno,
almeno uno spazzaneve farebbe comodo… Il vigile prende nota della lamentela, od
almeno fa la parte, probabilmente le dice che avviserà la centrale operativa:
ma, penso, anche se lo facesse, la segnalazione della signora sarà presa in
considerazione, o andrà a finire nel naturale dimenticatoio ?
Tornando alle nostre province, La Classe Politica
del Centro ascolterà le lagnanze della Periferia? Non credo, sembra almeno che la Camera dei Deputati abbia
rigettato un emendamento che consentiva di prorogare i poteri delle
Amministrazioni in scadenza. Se ormai l’ultima spiaggia è offerta dal ricorso
al Giudice, segnale inequivocabile di quell’impotenza ed incapacità ella
Politica di elaborare soluzioni, questo Paese avrà dei danni pesanti: dobbiamo
impedirlo? La nostra Classe Politica del Centro è consapevole, in questo tempo
innevato, del fatto che molte strade sono provinciali e che a questo Ente
devono fare capo? E i loro figli e nipoti frequentano le scuole superiori, e
allora sanno che gli istituti scolastico sono di proprietà delle Province? E se
i loro figli cercano un lavoro, i nostri politici sanno che gli uffici di
collocamento del lavoro sono nella competenza delle Province? Potrei allungare
il brodo, con i discorsi sull’ambiente, sui finanziamenti comunitari, ma
finirei per annoiare il lettore: queste competenze qualcuno dovrà gestirle, a
meno che si voglia creare ulteriore confusione.
In definitiva, ci potrebbero essere molte
altre ragioni sull’importanza della Provincia, un sistema napoleonico su cui è
basato il nostro Stato: la memoria, una ottimale gestione delle risorse, come è
testimoniato dall’esistenza delle Prefetture, a meno che qualcuno cominci a
dire che anche questa Istituzione andrebbe eliminata. Ci rendiamo conto che se
eliminiamo questi Enti andiamo verso nuovi enormi problemi, con altrettanti
sprechi di denaro, in un momento in cui tutto farebbe pensare al contrario? Un’altra
prova dell’ipocrisia della politica del Centro è la strumentalizzazione che è
stata fatta dell’Ente Provincia: in anni recenti ne sono state create troppe ed
oggi, forse per un tardivo senso di colpa, si vuole dare un colpo di spugna a
tutto, buttando via il bambino con l’acqua sporca. E per quei soldi gettati al
vento, qualcuno risponderà, o torniamo a parlar male delle Province, salvo poi
presentarsi alle elezioni?
Mi rivolgo a voi, Signori del Governo:
prima che sia troppo tardi, pensiamoci su, si faccia una riforma organica,
rapida e funzionale dell’Istituzione Provincia: domani potrebbe essere troppo
tardi.
CONCLUSIONE
Ho inteso dare un contributo al dibattito
sul ruolo delle Province. Chiedo scusa a coloro che dovessero essersi risentiti
dall’aver usato parole forti, ma la posta in gioco è troppo alta, ed io amo
profondamente questo Stato.
Il mio viaggio si è concluso, sia pure con
qualche problema simile a quelli incontrati da milioni di altri concittadini in
questi giorni inondati dalla neve.
Sperando che il tempo migliori,
nell’augurarmi che si possa tornare quanto prima ad una vita normale, c’è
bisogno di un generale ripensamento su molte cose: ma, per favore, prima
pensiamoci bene su quello che facciamo e poi si agisca, senza ripiombare nel
caos: i problemi possono nascere da soluzioni sbagliate, ma anche dal non aver
approntato soluzione alcuna.
Questo breve scritto è stato composto sabato 11 febbraio
2012, nel bel mezzo di una nevicata durata per tanti giorni. Ve lo ripropongo
in questo caldo agosto.
A risentirci
Massimo Cortese
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