Ai
tempi attuali, la scarsa reputazione di cui gode l’intero settore del pubblico
impiego è ormai cosa nota, anche per effetto della continua iniezione di
ingiustificati risentimenti verso i pubblici dipendenti, spesso ritenuti la
causa di tanta parte delle nostre disgrazie economiche. Debbo invece constatare
come, in questo nostro amato e bizzarro Paese, un dipendente pubblico che
faccia normalmente il suo lavoro, al punto da morire assassinato
nell’adempimento delle sue funzioni, non faccia più notizia, quasi fosse, il
suo, un rischio naturale. Non ho letto un solo editoriale sulla sconvolgente morte
della direttrice delle poste, a parte qualche quotidiano online locale: quella
persona è scomparsa nel nulla: eppure avrà avuto dei figli, un marito, delle
amiche. Io non accetto questo colpevole silenzio.
Per
questa ragione, non commento la notizia: è certo, però, che un’ingiustizia come
questa è un grido di dolore che non deve passare nel dimenticatoio in un Paese
civile.
A
risentirci
Massimo Cortese
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