E’ il 24 febbraio 2013, una
domenica elettorale come tante altre, ma nel bel mezzo di una crisi profonda, e
non solo economica. Tanto per incominciare, è forse la prima volta che si vota
nel mese di febbraio, fino all’altra settimana la neve si è fatta sentire. Sto
per tornare a casa quando, al margine di una strada di campagna, vedo di spalle
un uomo, con un abbigliamento tipico da sudtirolese, in compagnia di un cane di
grossa taglia, con le due mani occupate rispettivamente da un gran mazzo di
fiori ed una scatola in cartone con dentro un dolce o delle paste. L’allegra
compagnia, formata dal cane, dal padrone, dal mazzo di fiori e dal dolce,
procedono in modo ordinato, con passo disinvolto, invadendo anche parte della
carreggiata stradale.
Guarda come è vestito bene- dice mia moglie.
Ma non mi pare proprio, il tale ha una camicia di fustagno, non ha
neppure il maglione che potrebbe proteggerlo dal freddo- faccio io.
Ma io non mi riferisco all’uomo, ma al cane: indossa un cappotto blu,
bordato di bianco, sicuramente deve essere un cane di classe.
E’ vero, il cane è impettito,
forse indossa anche un bel fiocco rosso, chissà. Certo, quel tale con fare
dimesso, sfigura un po’ di fronte al cane benvestito, se non fosse per quel
mazzo di fiori e la bella scatola di cartone con il dolce, che ne fanno un uomo
interessante o interessato, desideroso di presentarsi al meglio con le sue
sorprese. In fondo, i fiori e il dolce sono per la mamma, per la fidanzata o
comunque per una persona alla quale si vuol bene, e forse anche il cane ben
vestito potrebbe appartenerle: ma, dico io, se veramente l’uomo vuole far
colpo, non era il caso di indossare qualcosa di più consono? Non mi pare normale
che ad essere ben vestito sia il cane, mentre gli abiti essenziali dell’uomo, un paio di jeans
ed una camicia di fustagno, forse ci nascondono qualcosa: e se la persona alla
quale son destinati il dolce e i fiore avesse un debole per i cani? A quel
punto tutto sarebbe più chiaro, e magari si verrà a sapere che il cane proviene
direttamente da una fiera di bellezza o di abilità canina, mentre l’uomo è
solamente un suo accompagnatore, un dog-sitter, che lo porta a spasso: forse il
dolce e i fiori sono stati semplicemente commissionati dal padrone e dalla
padrona dell’animale ottimamente abbigliato.
Ma oggi il tema ricorrente sono
le elezioni: allora il mio pensiero va a quando decisi di candidarmi alle
elezioni amministrative di qualche anno fa. Non era stata una decisione facile,
in fondo pensavo che a quelle elezioni non mi sarei potuto classificare in una
buona posizione, e allora era perfettamente inutile candidarmi, sapendo fin dal
principio che quel gesto sarebbe stato privo di significato. Ma, dovete
saperlo, l’uomo è un animale ambizioso, magari chissà quali idee stravaganti mi
erano passate per la testa: fu così che anch’io decisi di candidarmi alle
elezioni. Feci una piccola campagna elettorale nel quartiere dove mi sarei
dovuto presentare, seguì il solito giro di telefonate e via dicendo: arriviamo
finalmente al giorno del voto. Mi presento come rappresentante della lista su
cui sono candidato, vado al seggio, trovo anche un amico scrutatore, lo convinco
a votarmi in quella sede, insomma tutto inizia bene, o almeno credevo che le
cose procedessero a quel modo, perché ben presto m’imbatto in una sorpresa, e
non certo lieta: della mia presenza in lista non vi è neppure l’ombra.
Come è stato possibile, che cosa
è successo, a quale gioco hanno giocato quelli della lista? Tuttavia non perdo
la calma, rimango intero fino alla fine della consultazione elettorale, senza
scompormi troppo, non facendo trapelare l’enorme arrabbiatura per essere stato
trombato ancor prima di essere candidato. Era accaduta una cosa semplicissima:
io infatti ero candidato ad una circoscrizione, ed il Comune, qualche settimana
prima delle elezioni, mi aveva mandato un bollino, da attaccare alla scheda
elettorale, con cui mi aveva cambiato di circoscrizione. Alla cosa non avevo
dato peso.
In fondo mi avevano trattato da
cane, senza cappotto blu bordato di bianco.
Massimo Cortese
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