lunedì 24 novembre 2014

45° ANNIVERSARIO DELLA STRAGE DI PIAZZA FONTANA - AVEVO OTTO ANNI



è domenica 14 dicembre 1969. 
Con mio padre assisto, come tutte le domeniche in cui l’Anconitana gioca in casa, alla partita con la Pistoiese, che va subito in vantaggio. 
Improvvisamente, mentre vi è la rimessa per fallo laterale da parte di un giocatore della squadra avversaria, il fischio dell’arbitro paralizza la partita, che viene interrotta. 
Il giocatore resta con il pallone tra le mani attorno la nuca, e tutti gli spettatori si sono alzati. 
Regna il silenzio assoluto. 
Non riesco a comprendere la ragione dell’improvvisa interruzione della partita, e tutte quelle persone che se ne stanno in piedi mi sembrano tanti burattini inanimati. 
Nessuno mi ha detto niente, la sorpresa è tanta, mi verrebbe da ridere ma non rido, non capisco bene che cosa sia successo, ma deve essere accaduto qualcosa di molto strano. 
Quando un nuovo fischio dell’arbitro fa riprendere la partita, e tutto tornerà come prima, chiedo a mio padre la ragione di quello strano spettacolo: allo stadio era stato rispettato un Minuto di raccoglimento per la Strage di piazza Fontana a Milano.   
In tutti questi anni molto è cambiato, anche la sensibilità collettiva è cambiata, abbiamo avuto gli anni di piombo, l’11 settembre, la globalizzazione, questa crisi economica perenne, e chissà quante ne vedremo ancora. 
Non credo che tutti quelli che si alzarono in piedi fossero particolarmente informati su quanto era accaduto a Milano, ma nell’aria si respirava un’aria sensibile alla solidarietà, che oggi è scomparsa.
Paradossalmente, il primo atto di questa scomparsa è da ricondurre proprio a quel fatto tragico.

O forse sbaglio?

A risentirci

Massimo Cortese

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