è domenica
14 dicembre 1969.
Con mio padre assisto, come tutte le domeniche in cui
l’Anconitana gioca in casa, alla partita con la Pistoiese, che va subito in
vantaggio.
Improvvisamente, mentre vi è la rimessa per fallo laterale da parte
di un giocatore della squadra avversaria, il fischio
dell’arbitro paralizza la partita, che viene interrotta.
Il giocatore resta con
il pallone tra le mani attorno la nuca, e tutti gli spettatori si sono alzati.
Regna il silenzio assoluto.
Non riesco a comprendere la ragione dell’improvvisa
interruzione della partita, e tutte quelle persone che se ne stanno in piedi mi
sembrano tanti burattini inanimati.
Nessuno mi ha detto niente, la sorpresa è
tanta, mi verrebbe da ridere ma non rido, non capisco bene che cosa sia
successo, ma deve essere accaduto qualcosa di molto strano.
Quando un nuovo
fischio dell’arbitro fa riprendere la partita, e tutto tornerà come prima,
chiedo a mio padre la ragione di quello strano spettacolo: allo stadio era stato rispettato un Minuto di raccoglimento per la
Strage di piazza Fontana a Milano.
In tutti questi anni molto è cambiato, anche
la sensibilità collettiva è cambiata, abbiamo avuto gli anni di piombo, l’11
settembre, la globalizzazione, questa crisi economica perenne, e chissà quante
ne vedremo ancora.
Non credo che tutti quelli che si alzarono in piedi fossero
particolarmente informati su quanto era accaduto a Milano, ma nell’aria si
respirava un’aria sensibile alla solidarietà, che oggi è scomparsa.
Paradossalmente, il primo atto di questa scomparsa è da ricondurre
proprio a quel fatto tragico.
O forse sbaglio?
A risentirci
Massimo Cortese
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