In questi giorni, nei pomeriggi di sabato e domenica,
sul canale RAI STORIA vengono trasmesse
le quattro puntate di “Diario di un maestro”, un eccezionale film – documento
sulla necessità della scuola in una realtà difficile.
Quando lo vidi per la
prima volta nel 1973, non avevo ancora compiuto dodici anni, ma apprezzai quel
film fresco, attuale, inconsueto per l’epoca.
Ricordo ancora una sequenza,
credo si trattasse della quarta puntata, che andrà in onda nel primo pomeriggio
di sabato prossimo 14 febbraio 2015, relativa ad una riunione del maestro con i
suoi colleghi, che gioca con dei bottoni a causa del nervosismo.
Quel film ci
parla di un insegnante, mandato in una quinta elementare di una scuola con
ragazzi che non vuole nessuno, che invece decide, a dispetto di tutte le
convenienze, che invece deve recuperare tutti e fare scuola. In breve, è una
testimonianza sul fatto che tutti debbono avere una opportunità per affrancarsi
dal degrado.
Quel film è ancora molto attuale, benché le cose siano cambiate,
ma lo sarà sempre, perché la scuola è necessaria, soprattutto quando viene
detta la solita frase “Qui, non c’è più niente da fare”.
Diario di un maestro è, sostanzialmente, un film sulla
speranza.
A risentirci
Massimo
Cortese
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