Venerdì 16 luglio, alle ore 21.00, nella bella cornice dei Giardini della Biblioteca Filelfica di Tolentino, ho presentato il mio secondo libro “Non dobbiamo perderci d’animo”.
Ecco la cronaca della serata, che spero possa interessare:
“E’ una giornata caldissima, decido allora di portarmi una maglietta di ricambio, qualora dovessi grondare di sudore. Arrivato a Tolentino, mi rendo subito conto che il clima è più sopportabile rispetto a quello di Ancona. Alle ore 18.10 sono davanti alla Biblioteca, chiusa da un cancello, in compagnia di mia moglie, che mi ha accompagnato, e che, quasi sicuramente sarà l’unica persona che mi ascolterà, almeno credo. Alle ore 18.35 incontro lo scrittore Enrico Gentili, accompagnato dalla moglie Stefania: avendo letto ed apprezzato il suo libro “ Sul ciglio dell’acqua”, scambio con lui alcune battute, nell’attesa che abbia inizio la presentazione. Questa ha inizio alle ore 19.00, mi volto e noto che sono presenti diverse persone, alcune delle quali hanno letto il libro con grande interesse, tanto che un tale vuole farsi autografare la propria copia. Ad intervistare Gentili è Luca Pantanetti dell’Agenzia Letteraria Scriptorama, mentre la signora Stefania legge alcuni brani del libro, riscuotendo dei meritati applausi. Al termine della presentazione, molto ben curata, una dottoressa dell’Associazione Cometa, ricorda alle persone che, dopo un piccolo spuntino, sarà possibile ascoltare alle ore 21.00 il secondo scrittore della serata, che si chiama Massimo Cortese. A quel punto, mi alzo e saluto le persone presenti: ma, a poco a poco, tutti se ne vanno. Rimango solo con le persone dell’Associazione Cometa, e con mia moglie, che nel frattempo è arrivata dopo aver visitato Tolentino. Come avevo previsto non appare nessuno, ormai ci sono abituato: eppure, qualche minuto più tardi giunge, quasi correndo, Alberto Cola, presidente della Casa Editrice Montag, grazie alla quale sono stato invitato. Alberto conosce bene i miei scritti, nell’attesa che si faccia vivo qualcuno parliamo a lungo del mio stile letterario e del modo con cui ho promosso i libri, e noto che è come se ci conoscessimo da lungo tempo, nonostante che l’ho conosciuto solo adesso. Il tempo passa, ancora non si vede nessuno, sicuramente la colpa è del gran caldo, ma poco prima delle ore 21.30 decidiamo di iniziare ugualmente: magari, a seguito del richiamo dell’audio trasmesso dall’altoparlante, qualcuno si fermerà ad ascoltare. Mi ero preparato al momento in modo accurato, con un discorso iniziale e la lettura delle recensioni, ma è stato tutto inutile, infatti Alberto mi intervisterà: d’altra parte, la presentazione vecchio stile non interessa più a nessuno, è senz’altro più affascinante scoprire lo scrittore così come viene. Io dico che “Non dobbiamo perderci d’animo” è una raccolta di dieci racconti sull’Italia di ieri e su quella di oggi, scritta in occasione del 150 °Anniversario dell’Unità Nazionale, e allora Alberto chiede quale sia il mio pensiero sulla memoria, che per me è molto importante. Leggiamo alcuni brani tratti dal secondo libro, la gente non applaude alla conclusione di ogni singolo pezzo, a differenza di quanto è accaduto per la presentazione precedente e, se la cosa potrà sembrare negativa, a me fa molto piacere: nessuno ha letto il libro, a parte lo scrittore, sua moglie e l’intervistatore. Non conto neppure le persone che ci ascoltano, mi accorgo però che superano la decina: questa, sì, è una bella notizia. La presentazione procede in un silenzio tombale, c’è attenzione verso di noi, addirittura riesco ad ascoltare una persona, che a bassa voce, domanda: Ma chi è quello che parla? E l’altro: dovrebbe chiamarsi Massimo Cortese…Il testo è sviscerato in lungo e in largo, resta il tempo per qualche domanda sulla mia scrittura e sul perché abbia pubblicato a Tolentino, nonostante le Case Editrici presenti ad Ancona. L’occasione mi consente di dire che tra gli anni 2007 e 2008 ho partecipato a numerosi Premi Letterari, quelli per testi inediti, per intenderci, dai quali sono stato quasi sempre escluso: partecipando ogni volta con uno scritto diverso, grazie a quelle esclusioni ho scoperto e affinato il mio personale stile letterario. Grazie al Premio Letterario Le Fenici ho inviato “Candidato al Consiglio d’istituto” alla Casa Editrice Montag, che lo ha segnalato, e il 14 ottobre 2008 mi ha proposto di pubblicarlo: così sono andate le cose. Siamo proprio agli sgoccioli della serata: prima di congedarmi, voglio ringraziare il pubblico per la sua partecipazione alla presentazione di uno scrittore sconosciuto, cosa questa che mi ha dato una grossa responsabilità. A presentazione conclusa, si avvicina una signora, che mi domanda, quasi gridando: Nautico 1999? Non si tratta del titolo di un film, voleva solamente dire che mi ha conosciuto quando ero segretario dell’Istituto Nautico di Ancona, e allora si è fermata, incuriosita, alla presentazione, visto che a Tolentino vive sua madre. Un’altra signora, presente con una sua amica, acquista il libro, e ci tiene a dire che è una poetessa, ha recentemente pubblicato un libro di poesie, che s’intitola “A me”, mentre un suo racconto è stato pubblicato per ultimo sull’antologia “I sentieri del cuore” della Casa Editrice Montag, dove è stato inserito anche il mio racconto “I due fetenti”. Con loro e con mia moglie scambio alcune battute, e una delle due, anche se non ricordo quale, mi dice che le persone intervenute alla presentazione erano quattordici. Non chiedo - e pertanto non lo saprò mai – se in quel numero siano da ricomprendersi anche il sottoscritto ed Alberto: chissà!
Posso solo dire che è stato un incontro importante, almeno per me: sono veramente soddisfatto”.
A risentirci
Massimo Cortese
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