Nei miei scritti, parlo spesso del terremoto, avendolo
incontrato nella sua forma devastante ed inquietante nel 1972. Il terremoto ha
accompagnato un anno della mia vita, in quanto la prima scossa ha preso il via
il 25 gennaio, mentre l’ultima è avvenuta il 25 dicembre di quell’anno: essendo
rimasto ad Ancona durante il massimo sviluppo del sisma, sono a conoscenza
della situazione drammatica in cui si vive in quelle condizioni. Sulla base
della mia esperienza, suggerisco alcune regole da osservare: 1) bisogna
imparare a convivere con le scosse; 2) non bisogna dimostrare di avere paura,
ma ostentare fiducia ed ottimismo; 3) non bisogna cedere ai facili allarmismi;
4) continuare a credere in una vita normale, come se il terremoto non
esistesse; 5) aiutare sempre le persone che si dovessero trovare a vivere
l’emergenza sismica; 6) fare largo uso dell’ironia quando si parla di
terremoto, senza mostrare cedimenti nervosi; 7) chiudere sempre porte e
finestre, per impedire che gli sciacalli possano approfittare della situazione
di panico.
Penso di dover illustrare queste regolette.
1)
Bisogna imparare a convivere con le scosse. Il terremoto,
oltre alle scosse più forti, ha un notevole sciame sismico, che ha il suo corso
durante un periodo più o meno vasto. Bisogna adottare tutte quelle precauzioni
che il personale della Protezione Civile metterà a disposizione della
popolazione.
2)
Non bisogna dimostrare di avere paura, ma ostentare fiducia
ed ottimismo. La battaglia contro il terremoto può essere vinta soprattutto dal
punto di vista psicologico, il che significa infondere coraggio e speranza agli
altri ed a sé stessi. Il problema è che non si è più in grado di fronteggiare
le disgrazie; pensiamo per un attimino ai nostri nonni e genitori che hanno
vissuto durante la seconda guerra mondiale: eppure, quella sofferenza è
terminata, pur avendo avuto i suoi picchi.
3)
Non bisogna cedere ai facili allarmismi. In situazioni del
genere, non mancano occasioni per distruggere il morale delle persone.
4)
Desiderare una vita normale, come se il terremoto non
esistesse: è facile a dirsi, ma bisogna tentare.
5)
Aiutare coloro che dovessero trovarsi vittime dell’emergenza
sismica: fa bene all’autostima, e quindi alla salute.
6)
Fare largo uso dell’ironia quando si parla dl terremoto:
essere
allegri aiuta (ma attenzione a non essere inopportuni ndr).
7)
chiudere sempre porte e finestre, per impedire che gli
sciacalli possano approfittare della situazione di panico. Ricordo ancora un
servizio televisivo sul Friuli terremotato, in cui un uomo era disperato per il
furto della sua macchina da scrivere.
A risentirci
Massimo Cortese
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