giovedì 16 aprile 2015

LA RISERVA INDIANA

Sono molte le sensazioni che ho provato alla Manifestazione Nazionale dell’11 aprile 2015 a piazza Santi Apostoli a Roma, alla quale hanno partecipato circa cinquemila dipendenti provinciali, provenienti da terre e contrade di tutto il Paese, ad eccezione delle Province di Trento e di Bolzano, che rimangono anche nella Costituzione, almeno per adesso.
Che cosa posso dire? Con l’incoscienza della persona preoccupata della propria Dignità e del Territorio che rappresenta, posso dire che è stato un incontro importante per noi e per il Paese, che ha una nuova fotografia della propria Storia.
Tuttavia, l’impressione che ho della manifestazione è che i dipendenti provinciali sono stati confinanti in una sorta di Riserva Indiana, con il massimo rispetto per gli Indiani, naturalmente. Alla manifestazione non vi erano politici, giornalisti di fama, persone importanti che avrebbero potuto esprimere la loro solidarietà a questo Esercito degli Invisibili, a questi Parassiti, a questi Fannulloni, che meriterebbero il licenziamento e altre amenità di questo genere, ad eccezione dei Dirigenti Sindacali e di quel tale con la penna in mano e il volto sofferente. Questo splendido isolamento denota l’emarginazione della questione da parte della  Politica, per la quale il problema non esiste neppure, in quanto effettivamente i Dipendenti Provinciali sono da qualche anno dei cittadini di serie B, contro di loro si può dire qualsiasi insulto.
Tuttavia, la Riserva Indiana creata ha un vantaggio enorme, quello della lingua.
In qualsiasi Provincia Italiana, infatti, a chi ci chiede che cosa succeda, ciascun Dipendente Provinciale vi risponderà alla stesso modo, con le medesime parole, esprimendo la medesima preoccupazione, magari con accenti diversi, con parole colorite diverse, ma la sostanza non cambia.
La Politica non si è accorta della Riserva Indiana di recente istituzione, chissà se Qualcuno della Società Civile riuscirà a captare qualcosa.
Secondo me, è una illusione la mia.
Comunque, posso sempre sbagliarmi.

                       Massimo Cortese

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