Trovandoci in prossimità delle elezioni
regionali del 31 maggio, è d’obbligo parlare di questa importante Istituzione,
ma non nella direzione naturale.
Ebbene, recentemente, un ex presidente della
mia regione, all'intervistatore che gli chiedeva che cosa desiderasse per i
suoi nipoti, diceva: “ Ormai sono nonno
da dodici anni.
Per i miei nipoti desidero un Paese con le opportunità e i
diritti che io e le altre persone della mia generazione abbiamo incontrato”.
Sono perfettamente d’accordo con lui, ma a me pare che le cose vadano in una
direzione diversa.
Penso allora a quella puntata di Tg 2 Dossier su una parte
d’Italia scomparsa, o alla trasmissione “L’Italia del nostro scontento”, di cui
parlo, anche se non ho qui con me il libro, nell’Ultimo Natale delle Province”,
mentre mi viene in mente un personaggio dei fumetti degli Anni Settanta, tale
Superciuk, che rubava ai poveri per dare ai ricchi.
Vi prego, non facciamo
nessuna allusione.
E mi viene in mente quella canzone degli anni Settanta, in
cui si diceva, “questa è casa mia, qui comando io”: io comprendo tutto, ma la Politica
non può abbandonare i cittadini, spingerli alla miseria, perché da questa
situazione scaturiranno solo illegalità e disvalori. La prova generale del
Progetto, secondo me, è iniziata in modo quasi impercettibile, attaccando le
Province, l’Ente più debole, in una grandissima operazione di bullismo
politico.
Oggi noi dipendenti ci troviamo messi male, ma dove sono andati quei
politici, quei sociologi, quelle persone che hanno difeso il nostro Ente,
perché qualcuno è ancora presente: verranno a Roma? O forse qualcuno penserà
che, in fondo, si tratta di un manipolo di dipendenti provinciali, invece la
Posta in gioco è molto alta.
Ma
c’è una cosa che possiamo fare: a
costo di qualche sacrificio, dobbiamo mobilitarci e partecipare alla
manifestazione nazionale di sabato 11 aprile a Roma a piazza Santi Apostoli.
Ma
di questo parlerò la prossima volta.
Massimo
Cortese- Dipendente Provincia di Ancona
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