martedì 30 marzo 2010

IL CAPITANO ACHAB E IL CODICE DELLA STRADA

Il capitano Achab, quando vuole sferrare l’attacco decisivo a Moby Dick, si rivolge ai ramponieri più giovani, che appunto sono coloro che hanno paura della balena. L’osservazione è importante, in quanto mi fa venire alla mente l’importanza della paura, che, conseguentemente, si traduce inevitabilmente nella ricerca di una maggiore prudenza in un determinato gesto. L’agire con prudenza induce ad avere consapevolezza per i rischi ai quali il nostro operato può andare incontro, e non è una cosa di poco conto farsi un esame di coscienza del genere. Noi italiani siamo convinti di essere ottimi conducenti sulla strada, ma la realtà è ben diversa, se si pensa che alcune percezioni, come, ad esempio, quella che riguarda l’osservanza della distanza di sicurezza, lasciano il tempo che trovano. Bisogna allora rimboccarsi le maniche e coltivare una cultura sulla sicurezza stradale, che in altri Paesi è molo diffusa. Eppure basterebbe molto poco a riportare il nostro Paese ai livelli di sicurezza presenti in altri Stati dell’Unione Europea: ricordo, al mio primo viaggio in Austria, il rispetto degli automobilisti per il passaggio dei pedoni sulle famose strisce pedonali. In effetti, sulle strade italiane ci vorrebbe una maggiore disciplina: sarebbe sufficiente che nei cittadini crescesse la consapevolezza che il rispetto della norma del Codice della strada sia una cosa fondamentale per l’intera Collettività. Eppure una cosa del genere è già accaduta altre volte, basta pensare al divieto di fumare sugli autobus e nei luoghi pubblici in genere, che tutti rispettano. Abbiamo compreso, allora, quello che ci vuole: un po’ d’impegno, nulla più.
State pur certi: tutti ne trarremmo beneficio.
A risentirci
Massimo Cortese

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