Se potessi avere la possibilità di rivolgere una sola domanda al nuovo Ministro della Pubblica Istruzione, vorrei far presente una cosa che mi sta molto a cuore. Io non comprendo la ragione per la quale alla scuola elementare il programma di questa materia si ferma alla Storia Romana, mentre, ai miei tempi, anno 1971/72, il medesimo ricomprendeva l’Intero Cammino dell’Umanità. Ricordo ancora, sul mio sussidiario “Il Ponte d’oro”, scritto dal noto maestro Alberto Manzi, l’insegnante di “Non è mai troppo tardi”, l’inizio del discorso di De Gasperi del 1946 alla Conferenza di pace di Parigi. “Nel prendere la parola in questo consesso mondiale, sento che tutto, tranne la vostra personale cortesia, è contro di me”.
Il risultato di questa tragedia è che oggi i ragazzi non conoscono la storia degli ultimi secoli, le vicende del Risorgimento, delle due guerre, fino ai tempi contemporanei: alle celebrazioni del 150° dell’Unità d’Italia ho toccato con mano l’impreparazione dei ragazzi, anche se qualche insegnante volenteroso ha cercato di fare del suo meglio. Il mio amore per la storia è nato proprio in terza elementare, e non è mai venuto meno, anzi è il responsabile dei libri e delle altre cose che ho scritto, ma questa non è la sede per parlare di qualche testo. Pur potendo portare tantissime argomentazioni a sostegno della mia richiesta, non voglio aggiungere altro: desidero che l’intero programma di storia delle scuola primaria venga modificato fino a ricomprendere anche i tempi contemporanei, come accadeva fino a qualche tempo fa.
Ricordate che i ragazzi che oggi frequentano la scuola primaria saranno i cittadini di domani.
Naturalmente apprezzo anche le reazioni negative di qualche addetto ai lavori, come è giusto che sia e, magari, anche qualche verdetto favorevole. Basta comunicare sulla rete.
A risentirci
Massimo Cortese
lunedì 28 novembre 2011
SERATA MUSICALE
La professoressa che insegna musica nella scuola media frequentata da mia figlia, ha dato la sua disponibilità per accompagnare gli alunni ad un concerto dell’Orchestra Filarmonica Marchigiana, nell’ambito di una serie di concerti organizzati dall’Associazione anconetana “Amici della Musica”. L’idea di avvicinare i nostri figli alla musica classica mi sembra brillante e, con mia moglie, accompagno mia figlia e una sua compagna di scuola alle Muse. Del resto, questa sera avrò l’occasione per visitare per la prima volta il teatro cittadino: mia madre mi ha sempre detto che è molto bello, anche se lei vi ha visto rappresentata un’opera lirica prima dei bombardamenti della seconda guerra mondiale. Ma torniamo alla serata di giovedì 17 novembre: arrivo qualche minuto prima dell’inizio del concerto, e noto che sono diversi i genitori che hanno accompagnato i loro figli, oltre all’insegnante di musica, attorniata da non pochi alunni. Che bello - penso tra me e me - trovare una professoressa che si presta ad accompagnare gli alunni: per un attimo ripenso alla scuola media, da me frequentata quasi quarant’anni fa, quando l’allora insegnante ci fece ascoltare da un vecchio giradischi alcuni pezzi di musica classica. Ricordo ancora i due brani: uno era la Moldava di Smetana, l’altro erano i Preludi di un certo Liszt: il giorno dell’ascolto era un sabato mattina e, per ironia della sorte, al pomeriggio riascoltai dalla vecchia radio a manopole di casa, classe 1951, proprio la Moldava che il professore ci aveva fatto ascoltare qualche ora prima. All’epoca pensai ad una curiosa coincidenza, e tutto finì lì. Il concerto di oggi è eccellente, con il direttore d’orchestra che sembra librarsi in altro, con i vari musicisti che s’inchinano di fronte al pubblico, nel momento dell’applauso: gli spettatori apprezzano, ed anche i ragazzi ascoltano in silenzio. La serata è ormai prossima alla conclusione, quand’ecco che l’orchestra suona un qualcosa che mi sembra di aver ascoltato in quel famoso sabato mattina di quarant’anni fa: non è uno scherzo, si tratta dei Preludi di Franz Liszt. D’un tratto mi ritrovo in prima media, scuola media Podesti e, sia pure per qualche attimo, rivedo il film di quell’esperienza, anche con persone che non ci sono più. Rivedo mio padre accompagnarmi a scuola, e l’occasione mi porta ad avere qualche lacrima, ripensando al genitore che è scomparso da tanti anni. Chissà che cosa staranno facendo i miei compagni della I G dell’anno scolastico 1972-73: come è curiosa la vita, oggi con un concerto musicale sono tornato indietro di quarant’anni. E chi lo avrebbe detto? Al mattino successivo, mentre accompagno mia figlia a scuola, incontro la professoressa di musica. Al suo Buongiorno rispondo dicendo, ancora emozionato, con “ Che bel concerto ho ascoltato ieri sera: grazie”.
giovedì 6 ottobre 2011
GIOVEDI’ POMERIGGIO
E’ giovedì 9 settembre 2011. E’ la settimana conclusiva del Venticinquesimo Congresso Eucaristico Nazionale, domenica prossima verrà il Papa a concludere i lavori.
Ho già deciso di partecipare alla processione che si snoderà dal piazzale FINCANTIERI, dove alle cinque si terrà la Santa Messa, fino ad arrivare al Monumento alle ai Caduti. Per essere puntuale alla celebrazione chiedo un permesso dal lavoro, e prendo l’autobus, visto e considerato che questo è l’unico mezzo di trasporto consentito per raggiungere il centro. Lungo la strada vi sono gruppi di volontari del Congresso, che indossano la maglietta rossa, che cercano di prendere l’autobus. Alla fermata di via Giordano Bruno, una ragazza chiede all’autista dell’autobus se può aspettare i suoi amici volontari: camminano a distanza di qualche metro l’uno dall’altro, basterebbe attendere qualche secondo. Tenendo conto che il Congresso Eucaristico Nazionale si tiene ad Ancona ad ogni morte di Papa, credo che un po’ di attenzione debba essere mostrata a questi pellegrini con la maglietta rossa, che qualcuno ha definito i volontari clericali. Di diverso avviso è l’autista che, alla domanda della ragazza, risponde con un tassativo NO. L’autista ha degli ordini da rispettare, non può attendere, forse è arrabbiato per i fatti suoi. Poi l’autobus si ferma per diverso tempo, se volesse potrebbe raccogliere i volontari che vogliono arrivare puntuali alla FINCANTIERI, ma la tradizionale ospitalità anconetana non è di casa questa sera, almeno su questo autobus. Una ragazza, pardon, una giovane suora domanda alla volontaria di prima, perché mai l’autista non abbia fatto salire i giovani, e quella risponde: Ha detto no.
Arrivo al Porto. Non ho il pass, la sacca rossa del pellegrino è rimasta a casa, ho con me solo la copia del Corriere della Sera che mi dovrebbe proteggere dal sole. A poco a poco, si incomincia ad intravedere la folla, oltre al personale di servizio. Nei presi dell’Istituto Nautico, base per le persone che lavorano per la sicurezza del Congresso Eucaristico, noto il dott Oreficini, Responsabile della Regione per la Protezione Civile, mentre telefona dalla sua bicicletta elettrica: è stanco, ma sorridente in volto, è il segno che le cose stanno andando bene.
Arrivo alla FINCANTIERI, i posti a sedere non mancano. Il caldo si fa sentire, un volontario di una certa età distribuisce delle bottigliette d’acqua. Una donna vicina a me, fino quel momento tranquilla, probabilmente a causa di un colpo di sole o forse per chissà quale altra ragione, gli domanda: “Senta, non è che lei ha una birra?” La gag è assicurata: all’inizio il volontario maturo si sente un po’ preso in giro, tanto che, dopo aver detto che ha terminato le birre, dichiara, visibilmente seccato, che lui è al lavoro dall’altro: poi, però, sembra ricomporsi, e va a scambiare quattro battute cordiali con la signora che ha richiesto la birra. Entrano, in ordine sparso, le Suore, che hanno un settore tutto per loro, e così i componenti delle Confraternite, un ordine di frati vestiti di grigio, anzi mi pare che il saio di quel colore lo portano anche delle donne giovani, una di queste ha anche l’orologio al polso. Una signora sulla sessantina telefona a un’amica, dicendo che” l’infiorata lungo Corso Garibadi è molto bella, la dovresti vedere prima che la tolgono”. Ormai la Santa Messa sta per iniziare, ecco don Franco che prende la parola, invitando tutti al silenzio, quand’ecco che assisto ad una curiosa situazione: probabilmente una signora anziana vuole andare non so bene dove, e allora un volontario, anch’esso di una certa età, le impedisce il passaggio. “Signora, da qui non si passa, le suore stanno là, il clero è lì, ho degli ordini ben precisi da rispettare”. La Santa Messa sta per iniziare, ormai tutti hanno preso posto, ma lui deve cercare di mettere a posto le cose, o almeno sembra essere di questo parere. Comunque la Santa Messa inizia, e il nostro volontario di colpo torna tranquillo, e lascia perdere il diverbio con la signora. La Santa Messa dura un’ora, il deflusso procede bene, i primi a lasciare la piazza sono i componenti delle Confraternite, giunti da tutta Italia. La cittadina pugliese di Monopoli ha almeno tre confraternite, e via via sciamano uomini e donne con i loro abiti caratteristici, testimoni di epoche lontane, con in mano i loro vessilli. Molte sono le persone che filmano quelle comparse, mentre la gente, dopo il lungo corteo delle Confraternite, lascia la piazza. Inizia in questo momento la processione, che dal porto terminerà al Monumento ai Caduti. L’ultima volta che ho partecipato ad una cosa del genere è stato il 9 maggio del 1978: era stato assassinato l’onorevole Aldo Moro, e da piazza Cavour si snodò un corteo fino al Monumento, dove si tenne la Santa Messa, officiata dall’arcivescovo Maccari. A quel mesto corteo silenzioso partecipava la gente comune con le bandiere dei partiti politici di allora, la Democrazia Cristiana, il Partito Comunista, il Partito Socialista e le altre formazioni politiche: sembra un’altra epoca, ma non dobbiamo dimenticarla. Anche quei momenti di sofferenza sembravano non dover terminare mai: eppure, il Paese è riuscito a uscirne fuori: perché mai non si dovrebbe riuscire ad abbandonare le difficoltà attuali?
Comunque torniamo alla nostra processione eucaristica. Quando lasciamo il Porto, vedo che la folla s’ingrossa a vista d’occhio: aumentarono i curiosi che stanno ai lati della strada, chiusa al traffico per l’occasione. Ai bordi della strada vi sono i volontari che tengono gli amplificatori, per aiutare la gente ad ascoltare meglio. Imbocchiamo il corso Garibaldi, disposti su due file, molto ordinata quella di sinistra, a differenza di quella di destra, dove mi trovo io. Al centro vi sono le infiorate, dei disegni coperti da petali di fiori, granturco, e roba del genere: il colpo d’occhio è eccezionale, la gente non ha mai visto una cosa del genere, almeno qui ad Ancona. Tanti sono gli autori di queste infiorate: la più gettonata è l’Associazione pro-Loco di Corinaldo, ma sono presenti anche altri Comuni, come Cupramontana e Castelraimondo. Ma guarda, c’è anche una bella infiorata della Parrocchia di Santa Maria delle Grazie, quella dove sono nato, oltre al sapiente lavoro di tante altre parrocchie, come quella di San Pietro Martire di Varano. Un tale, non so bene per quale ragione, dice a qualcuno: “Una cosa del genere ad Ancona non la dovevano fare”: a chi si riferiva, al Congresso, all’Infiorata o a qualche altra cosa? Non lo so: è sempre brontolone il carattere di noi anconetani, come ebbe a scrivere il poeta Gioacchini nella poesia dedicata alla crocetta. Arriviamo a Piazza Cavour e prendiamo il Viale della Vittoria, che ci porterà al Monumento: Incontro Nino, Stefania con Giovanni, Valeria con il figlioletto Giacomo: cerco di telefonare a mia moglie per dirle che arriverò a casa più tardi del previsto, ma la folla è sempre più chiassosa, e per il momento vi rinuncio. Verso le venti e trenta arrivo vicino al Monumento, dove il Vescovo chiude la celebrazione, con le luci che illuminano lui e gli altri sacerdoti convenuti. L’audio non funziona bene, si sente ogni tanto qualche parola, ora tutti fanno silenzio. Il vescovo conclude il momento liturgico con la benedizione e l’invito a partecipare sabato e soprattutto domenica, quando ci sarà la Santa Messa con il Papa. A proposito, alla fine di tutto, uno grida “Viva il Papa” e la gente risponde con un applauso non molto caloroso, almeno per i miei gusti.
Riprendo la via di casa, il deflusso procede bene, riesco a prendere l’autobus 2/6 per andare a casa.
Alle ore 21.15 mi incontro, stanco ma felice per il pomeriggio memorabile vissuto, con mia moglie e mia figlia: in TV c’è Montalbano.
Questa è una cronaca: ad ognuno lascio le emozioni del momento, che potrà raccontare.
Massimo Cortese
Ho già deciso di partecipare alla processione che si snoderà dal piazzale FINCANTIERI, dove alle cinque si terrà la Santa Messa, fino ad arrivare al Monumento alle ai Caduti. Per essere puntuale alla celebrazione chiedo un permesso dal lavoro, e prendo l’autobus, visto e considerato che questo è l’unico mezzo di trasporto consentito per raggiungere il centro. Lungo la strada vi sono gruppi di volontari del Congresso, che indossano la maglietta rossa, che cercano di prendere l’autobus. Alla fermata di via Giordano Bruno, una ragazza chiede all’autista dell’autobus se può aspettare i suoi amici volontari: camminano a distanza di qualche metro l’uno dall’altro, basterebbe attendere qualche secondo. Tenendo conto che il Congresso Eucaristico Nazionale si tiene ad Ancona ad ogni morte di Papa, credo che un po’ di attenzione debba essere mostrata a questi pellegrini con la maglietta rossa, che qualcuno ha definito i volontari clericali. Di diverso avviso è l’autista che, alla domanda della ragazza, risponde con un tassativo NO. L’autista ha degli ordini da rispettare, non può attendere, forse è arrabbiato per i fatti suoi. Poi l’autobus si ferma per diverso tempo, se volesse potrebbe raccogliere i volontari che vogliono arrivare puntuali alla FINCANTIERI, ma la tradizionale ospitalità anconetana non è di casa questa sera, almeno su questo autobus. Una ragazza, pardon, una giovane suora domanda alla volontaria di prima, perché mai l’autista non abbia fatto salire i giovani, e quella risponde: Ha detto no.
Arrivo al Porto. Non ho il pass, la sacca rossa del pellegrino è rimasta a casa, ho con me solo la copia del Corriere della Sera che mi dovrebbe proteggere dal sole. A poco a poco, si incomincia ad intravedere la folla, oltre al personale di servizio. Nei presi dell’Istituto Nautico, base per le persone che lavorano per la sicurezza del Congresso Eucaristico, noto il dott Oreficini, Responsabile della Regione per la Protezione Civile, mentre telefona dalla sua bicicletta elettrica: è stanco, ma sorridente in volto, è il segno che le cose stanno andando bene.
Arrivo alla FINCANTIERI, i posti a sedere non mancano. Il caldo si fa sentire, un volontario di una certa età distribuisce delle bottigliette d’acqua. Una donna vicina a me, fino quel momento tranquilla, probabilmente a causa di un colpo di sole o forse per chissà quale altra ragione, gli domanda: “Senta, non è che lei ha una birra?” La gag è assicurata: all’inizio il volontario maturo si sente un po’ preso in giro, tanto che, dopo aver detto che ha terminato le birre, dichiara, visibilmente seccato, che lui è al lavoro dall’altro: poi, però, sembra ricomporsi, e va a scambiare quattro battute cordiali con la signora che ha richiesto la birra. Entrano, in ordine sparso, le Suore, che hanno un settore tutto per loro, e così i componenti delle Confraternite, un ordine di frati vestiti di grigio, anzi mi pare che il saio di quel colore lo portano anche delle donne giovani, una di queste ha anche l’orologio al polso. Una signora sulla sessantina telefona a un’amica, dicendo che” l’infiorata lungo Corso Garibadi è molto bella, la dovresti vedere prima che la tolgono”. Ormai la Santa Messa sta per iniziare, ecco don Franco che prende la parola, invitando tutti al silenzio, quand’ecco che assisto ad una curiosa situazione: probabilmente una signora anziana vuole andare non so bene dove, e allora un volontario, anch’esso di una certa età, le impedisce il passaggio. “Signora, da qui non si passa, le suore stanno là, il clero è lì, ho degli ordini ben precisi da rispettare”. La Santa Messa sta per iniziare, ormai tutti hanno preso posto, ma lui deve cercare di mettere a posto le cose, o almeno sembra essere di questo parere. Comunque la Santa Messa inizia, e il nostro volontario di colpo torna tranquillo, e lascia perdere il diverbio con la signora. La Santa Messa dura un’ora, il deflusso procede bene, i primi a lasciare la piazza sono i componenti delle Confraternite, giunti da tutta Italia. La cittadina pugliese di Monopoli ha almeno tre confraternite, e via via sciamano uomini e donne con i loro abiti caratteristici, testimoni di epoche lontane, con in mano i loro vessilli. Molte sono le persone che filmano quelle comparse, mentre la gente, dopo il lungo corteo delle Confraternite, lascia la piazza. Inizia in questo momento la processione, che dal porto terminerà al Monumento ai Caduti. L’ultima volta che ho partecipato ad una cosa del genere è stato il 9 maggio del 1978: era stato assassinato l’onorevole Aldo Moro, e da piazza Cavour si snodò un corteo fino al Monumento, dove si tenne la Santa Messa, officiata dall’arcivescovo Maccari. A quel mesto corteo silenzioso partecipava la gente comune con le bandiere dei partiti politici di allora, la Democrazia Cristiana, il Partito Comunista, il Partito Socialista e le altre formazioni politiche: sembra un’altra epoca, ma non dobbiamo dimenticarla. Anche quei momenti di sofferenza sembravano non dover terminare mai: eppure, il Paese è riuscito a uscirne fuori: perché mai non si dovrebbe riuscire ad abbandonare le difficoltà attuali?
Comunque torniamo alla nostra processione eucaristica. Quando lasciamo il Porto, vedo che la folla s’ingrossa a vista d’occhio: aumentarono i curiosi che stanno ai lati della strada, chiusa al traffico per l’occasione. Ai bordi della strada vi sono i volontari che tengono gli amplificatori, per aiutare la gente ad ascoltare meglio. Imbocchiamo il corso Garibaldi, disposti su due file, molto ordinata quella di sinistra, a differenza di quella di destra, dove mi trovo io. Al centro vi sono le infiorate, dei disegni coperti da petali di fiori, granturco, e roba del genere: il colpo d’occhio è eccezionale, la gente non ha mai visto una cosa del genere, almeno qui ad Ancona. Tanti sono gli autori di queste infiorate: la più gettonata è l’Associazione pro-Loco di Corinaldo, ma sono presenti anche altri Comuni, come Cupramontana e Castelraimondo. Ma guarda, c’è anche una bella infiorata della Parrocchia di Santa Maria delle Grazie, quella dove sono nato, oltre al sapiente lavoro di tante altre parrocchie, come quella di San Pietro Martire di Varano. Un tale, non so bene per quale ragione, dice a qualcuno: “Una cosa del genere ad Ancona non la dovevano fare”: a chi si riferiva, al Congresso, all’Infiorata o a qualche altra cosa? Non lo so: è sempre brontolone il carattere di noi anconetani, come ebbe a scrivere il poeta Gioacchini nella poesia dedicata alla crocetta. Arriviamo a Piazza Cavour e prendiamo il Viale della Vittoria, che ci porterà al Monumento: Incontro Nino, Stefania con Giovanni, Valeria con il figlioletto Giacomo: cerco di telefonare a mia moglie per dirle che arriverò a casa più tardi del previsto, ma la folla è sempre più chiassosa, e per il momento vi rinuncio. Verso le venti e trenta arrivo vicino al Monumento, dove il Vescovo chiude la celebrazione, con le luci che illuminano lui e gli altri sacerdoti convenuti. L’audio non funziona bene, si sente ogni tanto qualche parola, ora tutti fanno silenzio. Il vescovo conclude il momento liturgico con la benedizione e l’invito a partecipare sabato e soprattutto domenica, quando ci sarà la Santa Messa con il Papa. A proposito, alla fine di tutto, uno grida “Viva il Papa” e la gente risponde con un applauso non molto caloroso, almeno per i miei gusti.
Riprendo la via di casa, il deflusso procede bene, riesco a prendere l’autobus 2/6 per andare a casa.
Alle ore 21.15 mi incontro, stanco ma felice per il pomeriggio memorabile vissuto, con mia moglie e mia figlia: in TV c’è Montalbano.
Questa è una cronaca: ad ognuno lascio le emozioni del momento, che potrà raccontare.
Massimo Cortese
domenica 7 agosto 2011
SE SON ROSE FIORIRANNO
Agosto è il mese delle ferie estive dedicato al riposo. Per questa ragione, al fine di allietare la lettura delle tante persone, che hanno un po’ di tempo libero per riposarsi e leggersi qualche bel libro, ho pubblicato il mio terzo testo che, per essere in linea con quanto ho già appena detto, è intitolato “UN’OPERA DALLE MOLTE PRETESE”. Sembra che il libro stia avendo un certo gradimento, se si pensa all’articolo pubblicato sulla rubrica online “IL LIBRO” del quotidiano “L’UNIONE SARDA” del 29 luglio 2011. Oggi 5 agosto si sono avute ben due recensioni: sul quotidiano online VIVERE ANCONA vi è quella di GIOVANNI FRULLA, mentre sul Blog Letterario “PANE E PARADOSSI” vi è un giudizio nella rubrica “LETTO E BLOGGATO”, al termine della quale vi è infatti la prima intervista all’autore del libro, che poi sarei io.
Certamente, per un libro che vuole essere lanciato proprio nel pieno dell’esodo estivo, è già una bella pretesa quella di trovare dei lettori disposti a farlo.
Invito tutti ad andarsi a leggere le recensioni, dopo aver fatto un tuffo al mare o una bella camminata in montagna, e vi auguro una piacevole lettura con UN’OPERA DALLE MOLTE PRETESE.
A risentirci
Massimo Cortese
Certamente, per un libro che vuole essere lanciato proprio nel pieno dell’esodo estivo, è già una bella pretesa quella di trovare dei lettori disposti a farlo.
Invito tutti ad andarsi a leggere le recensioni, dopo aver fatto un tuffo al mare o una bella camminata in montagna, e vi auguro una piacevole lettura con UN’OPERA DALLE MOLTE PRETESE.
A risentirci
Massimo Cortese
lunedì 4 luglio 2011
UN LIBRO PER L’ESTATE
Ecco una gradita notizia: fino al prossimo 15 luglio la Casa Editrice Montag praticherà lo sconto del 50% su tutti i libri del catalogo, senza spese di spedizione, tranne che nel caso di spedizione in contrassegno. Bisogna andare sul sito www.edizionimontag.com ed inviare l’ordine, seguendo le istruzioni. Il risparmio è assicurato: per esempio, chi volesse acquistare i miei due libri CANDIDATO AL CONSIGLIO D’ISTITUTO e NON DOBBIAMO PERDERCI D’ANIMO, pagherà complessivamente 10 €uro anziché 20. Eccoci arrivati in compagnia dell’estate e, come ogni anno, cosa c'è di meglio che leggersi un buon libro sotto l'ombrellone, o al ritorno da una passeggiata in montagna?
D’altra parte, il catalogo della Casa Editrice Montag è allettante: con l’occasione, desidero mettere in evidenza la bellezza delle Antologie collettive “TUTTI COLORI DEI BAMBINI”, I SENTIERI DEL CUORE”, oltre all’ultimo scritto ALCHIMIE DI VIAGGIO. Nel primo libro compare il mio primo scritto pubblicato sulla carta stampata, e ricordo ancora l’emozione provata quando vidi il testo per la prima volta. TUTTI I COLORI DEI BAMBINI è un libro che si occupa delle emozioni raccontate su questa importante fase della vita di ciascuno di noi, mentre il secondo ed il terzo libro vertono su due importanti stati d’animo: l’amore e il viaggio. A raccontare queste emozioni, MONTAG ha messo insieme una cinquantina di autori per ciascun libro: questa è l’occasione buona per saggiare gli scritti. Vi assicuro che ogni Antologia, oltre a rispecchiare il nostro tempo, ci consentirà di conoscere tanti autori, e quindi altrettanti compagni di viaggio. Facciamo però attenzione: lo sconto termina il 15 luglio 2011, non bisogna dimenticarlo.
Buona lettura e, soprattutto, Buona estate.
A risentirci
Massimo Cortese
D’altra parte, il catalogo della Casa Editrice Montag è allettante: con l’occasione, desidero mettere in evidenza la bellezza delle Antologie collettive “TUTTI COLORI DEI BAMBINI”, I SENTIERI DEL CUORE”, oltre all’ultimo scritto ALCHIMIE DI VIAGGIO. Nel primo libro compare il mio primo scritto pubblicato sulla carta stampata, e ricordo ancora l’emozione provata quando vidi il testo per la prima volta. TUTTI I COLORI DEI BAMBINI è un libro che si occupa delle emozioni raccontate su questa importante fase della vita di ciascuno di noi, mentre il secondo ed il terzo libro vertono su due importanti stati d’animo: l’amore e il viaggio. A raccontare queste emozioni, MONTAG ha messo insieme una cinquantina di autori per ciascun libro: questa è l’occasione buona per saggiare gli scritti. Vi assicuro che ogni Antologia, oltre a rispecchiare il nostro tempo, ci consentirà di conoscere tanti autori, e quindi altrettanti compagni di viaggio. Facciamo però attenzione: lo sconto termina il 15 luglio 2011, non bisogna dimenticarlo.
Buona lettura e, soprattutto, Buona estate.
A risentirci
Massimo Cortese
giovedì 16 giugno 2011
IL PACCO
Dovendo inviare quattro copie dei miei libri in Svizzera, porto il pacco dal tabaccaio, per conoscere la tariffa da pagare per la posta ordinaria.
“ Il pacco pesa un chilo e duecento grammi, per spedirlo dovrà andare direttamente all’ufficio postale.
Va bene, andrò all’Ufficio Postale, ma mi sembra strano un tale peso: in effetti porto il pacco da una bilancia elettronica, dove il pacco misura 508 grammi.
Al mattino successivo, compilo il modello per la raccomandata, anche se la Svizzera, sebbene italiana, è uno Stato Estero. Me lo conferma pure l’impiegato delle poste, al quale mi sono rivolto dicendogli “Voglio fare una raccomandata per la Svizzera”, ma ignoravo che una siffatta richiesta si sarebbe potuta trasformare in una questione particolarmente delicata.
”Ecco la ricevuta di ritorno”- dice l’impiegato, ma il suo iniziale entusiasmo è di breve durata.
L’impiegato svuota cassetti, apre armadi, sfoglia libri: lo vedo sbuffare, non si dà pace, non sa bene che cosa dire, o meglio, si vergogna di dirlo. L’uomo chiama allora la direttrice, che dice, con evidente imbarazzo:
“ Mi dispiace, ma non abbiamo più le raccomandate per l’estero”. Subito dopo, aggiunge, pur di trovare una onorevole via d’uscita: ” Me le avevamo fino a ieri: le posso andare a prendere…”
“No, non le vada a prendere, non c’è tempo da perdere.”
“L’importante è che arrivi” faccio io, riferendomi alla possibilità che il mio pacco arrivi, anche se con la posta ordinaria.”
“Arriva” sentenzia la direttrice, riferendosi però al fatto, per me privo di un reale interesse, che i modelli per le raccomandate per l’estero giungano a quell’ufficio.
Trattengo il riso e la rabbia per una tale disperata situazione, destinata a non trovare uno sbocco, ma alla fine dico:
“ Vada per la posta prioritaria”.
“Stia tranquillo, il suo pacco arriverà, per l’estero c’è tutta una cura particolare” assicura la direttrice.
Speriamo bene. Pago i nove euro richiesti, e mi accingo all’uscita, dopo aver constatato che anche la macchina affrancatrice, per non essere da meno, si è affrettata a non funzionare, sia pure per poco, come è dimostrato dall’impiegato di prima che continua a sbuffare. Anche la bilancia elettronica dell’ufficio ha misurato in 507 grammi il peso del pacco, che è dimagrito di un grammo rispetto alla misurazione di ieri: per un pacco, è una misura di tutto rispetto.
Poi, verso l’ora di pranzo, vengo raggiunto da una notizia sconvolgente: un mio pacco, contenente questa volta due soli libri, è arrivato a Napoli in meno di ventiquattro ore, sebbene non avessi fatto la raccomandata ma la spedizione per Piego di libri, con appena un euro e ventotto centesimi.
Rimango sorpreso: che sia iniziata la riscossa per il Sud?
A risentirci
Massimo Cortese
“ Il pacco pesa un chilo e duecento grammi, per spedirlo dovrà andare direttamente all’ufficio postale.
Va bene, andrò all’Ufficio Postale, ma mi sembra strano un tale peso: in effetti porto il pacco da una bilancia elettronica, dove il pacco misura 508 grammi.
Al mattino successivo, compilo il modello per la raccomandata, anche se la Svizzera, sebbene italiana, è uno Stato Estero. Me lo conferma pure l’impiegato delle poste, al quale mi sono rivolto dicendogli “Voglio fare una raccomandata per la Svizzera”, ma ignoravo che una siffatta richiesta si sarebbe potuta trasformare in una questione particolarmente delicata.
”Ecco la ricevuta di ritorno”- dice l’impiegato, ma il suo iniziale entusiasmo è di breve durata.
L’impiegato svuota cassetti, apre armadi, sfoglia libri: lo vedo sbuffare, non si dà pace, non sa bene che cosa dire, o meglio, si vergogna di dirlo. L’uomo chiama allora la direttrice, che dice, con evidente imbarazzo:
“ Mi dispiace, ma non abbiamo più le raccomandate per l’estero”. Subito dopo, aggiunge, pur di trovare una onorevole via d’uscita: ” Me le avevamo fino a ieri: le posso andare a prendere…”
“No, non le vada a prendere, non c’è tempo da perdere.”
“L’importante è che arrivi” faccio io, riferendomi alla possibilità che il mio pacco arrivi, anche se con la posta ordinaria.”
“Arriva” sentenzia la direttrice, riferendosi però al fatto, per me privo di un reale interesse, che i modelli per le raccomandate per l’estero giungano a quell’ufficio.
Trattengo il riso e la rabbia per una tale disperata situazione, destinata a non trovare uno sbocco, ma alla fine dico:
“ Vada per la posta prioritaria”.
“Stia tranquillo, il suo pacco arriverà, per l’estero c’è tutta una cura particolare” assicura la direttrice.
Speriamo bene. Pago i nove euro richiesti, e mi accingo all’uscita, dopo aver constatato che anche la macchina affrancatrice, per non essere da meno, si è affrettata a non funzionare, sia pure per poco, come è dimostrato dall’impiegato di prima che continua a sbuffare. Anche la bilancia elettronica dell’ufficio ha misurato in 507 grammi il peso del pacco, che è dimagrito di un grammo rispetto alla misurazione di ieri: per un pacco, è una misura di tutto rispetto.
Poi, verso l’ora di pranzo, vengo raggiunto da una notizia sconvolgente: un mio pacco, contenente questa volta due soli libri, è arrivato a Napoli in meno di ventiquattro ore, sebbene non avessi fatto la raccomandata ma la spedizione per Piego di libri, con appena un euro e ventotto centesimi.
Rimango sorpreso: che sia iniziata la riscossa per il Sud?
A risentirci
Massimo Cortese
martedì 24 maggio 2011
UN SACCHETTO DI PLASTICA
Questa mattina mi è accaduto un fatto che mi ha colpito.
Dal vetro dell’automobile ho intravisto un qualcosa di strano che stava svolazzando, di colore bianco: ben presto mi sono reso conto che l’oggetto svolazzante andava sempre più su, non se la sentiva di tornare giù al posto da dove era partito con orgogliosa sicurezza. No, non era il solito prodotto dei pioppi, che tanto infesta le nostre strade cittadine, ma di qualcosa che rappresentava al peggio la nostra civiltà dei consumi: si trattava infatti di un semplice ed innocente sacchetto di plastica. Che strano doveva essere stato il suo volo: forse era stato lanciato da un automobilista desideroso di sbarazzarsene, o magari se ne era partito per conto suo da una finestra, approfittando di un po’ di vento che avrebbe certamente giovato alla sua sorte. Così, grazie a qualche stratagemma, il sacchetto non apparteneva più a questo mondo terreno, ma era diventato a tutti gli effetti un rifiuto aereo, senza che tale nuovo stato potesse significare, per lui, quella sorta di impunità che tanto avrebbe desiderato.
Fatemi passare avrebbe voluto dire il rifiuto, e a dire il vero non mi sembra che, sulla sua strada abbia incontrato qualche intoppo, forse anche per quell’alone di originalità che solo un sacchetto viaggiatore merita. Io lo stavo osservando, tutto pervaso dalla curiosità di come sarebbe potuto andare a finire quel suo viaggio: ebbene, anche quella mia legittima richiesta è andata perduta, in quanto il sacchetto non ha ceduto, ha resistito agli sguardi curiosi della mia persona, continuando nel suo peregrinare che lo stava conducendo a scoprire le più lontane contarde. Così, cambiando strada, l’ho perduto di vista, e forse lui se ne sta ancora svolazzando di qua e di là, magari intrattenendo qualche altro curioso, attirato come il sottoscritto dall’insolito episodio.
A risentirci
Massimo Cortese
Dal vetro dell’automobile ho intravisto un qualcosa di strano che stava svolazzando, di colore bianco: ben presto mi sono reso conto che l’oggetto svolazzante andava sempre più su, non se la sentiva di tornare giù al posto da dove era partito con orgogliosa sicurezza. No, non era il solito prodotto dei pioppi, che tanto infesta le nostre strade cittadine, ma di qualcosa che rappresentava al peggio la nostra civiltà dei consumi: si trattava infatti di un semplice ed innocente sacchetto di plastica. Che strano doveva essere stato il suo volo: forse era stato lanciato da un automobilista desideroso di sbarazzarsene, o magari se ne era partito per conto suo da una finestra, approfittando di un po’ di vento che avrebbe certamente giovato alla sua sorte. Così, grazie a qualche stratagemma, il sacchetto non apparteneva più a questo mondo terreno, ma era diventato a tutti gli effetti un rifiuto aereo, senza che tale nuovo stato potesse significare, per lui, quella sorta di impunità che tanto avrebbe desiderato.
Fatemi passare avrebbe voluto dire il rifiuto, e a dire il vero non mi sembra che, sulla sua strada abbia incontrato qualche intoppo, forse anche per quell’alone di originalità che solo un sacchetto viaggiatore merita. Io lo stavo osservando, tutto pervaso dalla curiosità di come sarebbe potuto andare a finire quel suo viaggio: ebbene, anche quella mia legittima richiesta è andata perduta, in quanto il sacchetto non ha ceduto, ha resistito agli sguardi curiosi della mia persona, continuando nel suo peregrinare che lo stava conducendo a scoprire le più lontane contarde. Così, cambiando strada, l’ho perduto di vista, e forse lui se ne sta ancora svolazzando di qua e di là, magari intrattenendo qualche altro curioso, attirato come il sottoscritto dall’insolito episodio.
A risentirci
Massimo Cortese
martedì 12 aprile 2011
TEMPO DI PREMI
Con i libri “ Non dobbiamo prenderci d’animo” e “Candidato al Consiglio d’Istituto” ho recentemente partecipato a quattro Premi Letterari, rispettivamente nelle province di Varese, Venezia, Rimini e Roma. L’occasione mi è gradita per fare qualche considerazione sul rapporto fra una scrittore di provincia ed i Premi Letterari per opere edite. Innanzitutto chi scrive spera che la sua opera possa avere un qualche riconoscimento, certamente non pensa di figurare nella cinquina finale, ma almeno di trovarsi all’ultimo posto fra le prime selezioni. Inoltre, uno scrittore di provincia partecipa per mostrare ai giurati che il suo libro esiste, nonostante le difficoltà di vario genere che ne hanno contraddistinto la pubblicazione: questa, infatti, è solo un punto di partenza, non certo di arrivo. Dopo circa un mese dalla pubblicazione del mio primo libro, decisi di andare in una libreria per acquistare tre copie del testo. La signora della libreria, subito dopo la richiesta, batte qualche tasto, ed alla fine dice: “Questo libro non esiste”. “Non esiste? Ma guardi bene, per favore”- incalzo io, con l’ingenuità e la sorpresa di chi riceve una condanna senza aver compreso la ragione di tanta crudeltà. “ Il libro non esiste perché non ha il distributore” – ribatte la donna, che non vuole perdere tempo. “ Ecco il mio libro, l’ho scritto io- e glielo metto sulle mani. La signora dice, senza guardarmi negli occhi. “Va bene, lo metteremo in vendita” – ed io, per qualche frazione di secondo esulto, per poi sprofondare nuovamente quando quella aggiunge”: Naturalmente lei avrà la partita Iva, perché senza questa il libro non si vende!”. Rispondo: “Io i libri li scrivo, non li vendo”. Comprendo solo allora la ragione per la quale la signora non mi ha guardato in faccia. “
Non è giusto trattare in quel modo una persona, anche se è uno scrittore piccolo piccolo. Però quell’incontro, così umiliante, mi è servito, perché mi ha fatto riflettere.
Mi fa riflettere ancora: anche per questa ragione partecipo ai Premi letterari.
A risentirci
Massimo Cortese
Non è giusto trattare in quel modo una persona, anche se è uno scrittore piccolo piccolo. Però quell’incontro, così umiliante, mi è servito, perché mi ha fatto riflettere.
Mi fa riflettere ancora: anche per questa ragione partecipo ai Premi letterari.
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Massimo Cortese
lunedì 14 marzo 2011
NON E’ MAI TROPPO TARDI
Ho letto con grande interesse il testo del Discorso del 16 marzo sull’Unità Nazionale, che il sindaco di San Paolo di Jesi ha preparato con attenzione. La “Commemorazione dell’Unità Nazionale” è già in rete, e tutti la possono consultare sul sito del Comune. In questi giorni è tutto un susseguirsi di incontri, interventi, scritti sui 150 anni della nostra storia, e tutto questo rappresenta un fattore molto positivo. Tuttavia, non dobbiamo mai dimenticarci dei tanti italiani anonimi, che hanno portato avanti una decorosa esistenza, pur tra mille difficoltà, come coloro che non sapevano leggere e scrivere. Ieri ho visto un pezzo della trasmissione televisiva “Non è mai troppo tardi”, che si occupava di sanare il fenomeno dell’analfabetismo. Quella trasmissione, andata in onda tra il 1960 ed il 1968, è diventata mitica, tanto che ne parlano anche quelle persone, come me, che non l’hanno mai vista, se non in immagini di repertorio. Ebbene, in quella trasmissione, che peraltro è reperibile su youtube, il maestro Manzi fa leggere delle persone anziane, fra le quali vi è una ottantaduenne ed un settantottenne, che viene chiamato alla lavagna per scrivere il suo nome. A quella trasmissione era presente, in qualità di ospite, l’attore Carlo Campanini, molto noto in quegli anni, e ad un certo punto il maestro Manzi si commuove, nel commentare la scrittura del settantottenne. “Le sue mani non sono quelle di uno scrittore, ma molto di più”- egli dice.
Ne sono fermamente convinto. Lo ripeto, nelle commemorazioni dell’Unità nazionale dobbiamo ricordarci anche di queste persone semplici che ci hanno preceduto.
A risentirci
Massimo Cortese
Ne sono fermamente convinto. Lo ripeto, nelle commemorazioni dell’Unità nazionale dobbiamo ricordarci anche di queste persone semplici che ci hanno preceduto.
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Massimo Cortese
giovedì 3 marzo 2011
SU ANOBII LIBRI LA PRIMA RECENSIONE PER NON DOBBIAMO PERDERCI D’ANIMO
Dopo la presentazione del secondo libro alla libreria Aleph
di Castelfidardo, avvenuta venerdì 18 febbraio 2011, alle ore
21.00, c’è un’altra lieta sorpresa: il 23 febbraio, sul portale
letterario Anobii libri, è stata pubblicata la prima recensione del libro Non dobbiamo perderci d’animo. La recensione è stata fatta dall’Associazione culturale Studio 83 di Milano, e giunge a distanza di qualche giorno dalla messa in onda, sulla rete, della settima puntata della trasmissione televisiva Book generation, dove appunto presento il secondo libro. Inoltre, a voler essere precisi, ricordiamo che in data 24 gennaio, era stata pubblicata su Anobii libri, la recensione del primo libro Candidato al Consiglio d’Istituto. Tornando alla pubblicazione di Studio 83, posso dire che si tratta di una recensione importante, dove viene evidenziata la maturità della scrittura del secondo libro, rispetto al primo. Questo è un importante riconoscimento, dovuto essenzialmente ad una maggiore attenzione per quello che si desidera esprimere, e questa migliore esposizione tiene conto delle notevoli prove che hanno caratterizzato l’intera mia avventura letteraria, dal debutto in poi.
Perché tutto a questo mondo ha un senso, difficoltà comprese.
A risentirci
Massimo Cortese
di Castelfidardo, avvenuta venerdì 18 febbraio 2011, alle ore
21.00, c’è un’altra lieta sorpresa: il 23 febbraio, sul portale
letterario Anobii libri, è stata pubblicata la prima recensione del libro Non dobbiamo perderci d’animo. La recensione è stata fatta dall’Associazione culturale Studio 83 di Milano, e giunge a distanza di qualche giorno dalla messa in onda, sulla rete, della settima puntata della trasmissione televisiva Book generation, dove appunto presento il secondo libro. Inoltre, a voler essere precisi, ricordiamo che in data 24 gennaio, era stata pubblicata su Anobii libri, la recensione del primo libro Candidato al Consiglio d’Istituto. Tornando alla pubblicazione di Studio 83, posso dire che si tratta di una recensione importante, dove viene evidenziata la maturità della scrittura del secondo libro, rispetto al primo. Questo è un importante riconoscimento, dovuto essenzialmente ad una maggiore attenzione per quello che si desidera esprimere, e questa migliore esposizione tiene conto delle notevoli prove che hanno caratterizzato l’intera mia avventura letteraria, dal debutto in poi.
Perché tutto a questo mondo ha un senso, difficoltà comprese.
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Massimo Cortese
martedì 22 febbraio 2011
lunedì 14 febbraio 2011
FOLGARIDA: PRESENTAZIONE DEI DUE LIBRI ALLA SETTIMANA BIANCA
Devo essere sincero: sarei stato molto contento di poter presentare i due libri in alta quota, nel corso della Settimana bianca. Come sempre, mi presentavo al Rifugio Malghet Aut con “Candidato al Consiglio d’Istituto” e “Non dobbiamo perderci d’animo”, nella speranza che qualcuno mi chiedesse di parlare dei libri: non ho avuto fortuna, in quanto non c’è stata nessuna richiesta. Ma non dobbiamo perderci d’animo, ed allora quando mi è stato proposto di presentare entrambi i libri presso l’albergo dove alloggiavo, ne ho approfittato. Ho letto quattro brani, due per ciascun testo, ed ho constatato che vi è stato un certo interesse tra le persone che sono venute ad ascoltarmi: è seguita poi una gradevole conversazione. Niente di eccezionale, per carità: eppure, la presentazione di fronte ad un pubblico che ti viene ad ascoltare è sempre una bella sensazione. Comunque, c’è un elemento in comune tra questa e l’ultima presentazione che avevo avuto alla scuola media di Genga, venerdì 17 dicembre 2010: la neve. In fondo, quella di Folgarida non sarà stata una presentazione ad alta quota, ma non senza un suo fascino.
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Massimo Cortese
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Massimo Cortese
lunedì 31 gennaio 2011
SU ANOBII LIBRI LA PRIMA RECENSIONE PER CANDIDATO AL CONSIGLIO D’ISTITUTO
In occasione del primo anno di questo blog, avevo predisposto alcuni scritti che volevano rivisitare questo importante periodo. Credevo di esserci riuscito: non avevo previsto, tuttavia, la lieta sorpresa che è avvenuta lunedì 24 gennaio dell’anno corrente. Infatti, ad un anno esatto di distanza dalla nascita del blog, sul portale letterario Anobii libri, è stata pubblicata la prima recensione al mio libro Candidato al Consiglio d’Istituto. La pubblicazione mi ha fatto molto piacere, perché mi ha fatto ripercorrere i momenti difficili che hanno segnato l’uscita del primo libro: improvvisamente, quando a sera inoltrata del 4 maggio 2009, giorno di San Ciriaco, patrono di Ancona, la mia città, presi atto della recensione, quasi non credevo ai miei occhi. In fondo, quel giudizio era simile per molti versi al mio punto di vista, ed era fin troppo benevolo, almeno per i miei gusti. In un battito di ciglia, scompariva l’amarezza per la difficoltà di diffondere il libro, con le librerie che non lo vendevano, nel timore che ormai non ci fosse molto da fare: la sconfitta era evidente e, sebbene la Casa Editrice mi avesse messo in guardia dalle aspettative di un successo immediato, in quanto aveva definito il mio come un libro “non commerciabile”, non sapevo darmi pace per quella che mi sembrava una ingiustizia bella e buona. La recensione dell’Associazione culturale Studio 83, ora pubblicata su Anobii libri, mi rimetteva in carreggiata, mi ripagava delle troppe delusioni subite, mi offriva una possibilità di rivincita: forse, non tutto era perduto. Chi volesse rendersi conto del mio stato d’animo di allora, potrà tranquillamente andarsi a rileggere il testo della risposta data all’autrice della recensione, la dottoressa Elena Di Fazio.
Il primo anno di blog non poteva concludersi in un modo migliore.
A risentirci
Massimo Cortese
Il primo anno di blog non poteva concludersi in un modo migliore.
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Massimo Cortese
domenica 16 gennaio 2011
CONSIDERAZIONI SUL PRIMO ANNO DI BLOG
Dalla pubblicazione del primo libro “Candidato al Consiglio d’Istituto”, l’avventura letteraria è entrata nel vivo. L’impatto con la realtà non è stato dei migliori, a seguito dei troppi ostacoli che non avevo considerato: eppure, fin dalla prima recensione, che parlava di un testo che comunque sembrava parzialmente riuscito, ho compreso che il libro stava avendo un suo gradimento. Comunque, non mi sono mai arreso, e quando sono giunte le prime soddisfazioni, come la presentazione del libro sul primo numero del Giornale Letterario e sulla prima puntata della trasmissione televisiva Book generation, oltre agli inviti a parlare dei miei testi, non ho mai dimenticato le difficoltà incontrate. Con la pubblicazione del secondo libro “ Non dobbiamo perderci d’animo”, non ho ripetuto gli stessi errori avuti all’esordio, evitando lo spreco di risorse che, inesorabilmente, non poteva non caratterizzare l’uscita di “ Candidato al Consiglio d’Istituto”. L’umiltà è una dote che manca a tanti giovani scrittori, e quello che spesso accade non certo aiuta.
A risentirci
Massimo Cortese
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Massimo Cortese
venerdì 14 gennaio 2011
NON DOBBIAMO PERDERCI D’ANIMO PRESENTATO A CIVITAVECCHIA E A GENGA
Questa è la quarta puntata del bilancio del primo anno di blog. L’11 novembre il quotidiano online Vivere Ancona ha pubblicato una recensione sul libro “Candidato al Consiglio d’Istituto”, mentre il 31 dicembre è avvenuta la stessa cosa per “Non dobbiamo perderci d’animo”. Sicuramente Giovanni Frulla, che ha scritto le due recensioni, non poteva sapere che il 31 dicembre del 2009 è stato da me scelto definitivamente il titolo dell’omonimo libro, dopo aver ascoltato una trasmissione radiofonica. Intanto, sabato 4 dicembre avevo presentato il secondo libro per una nuova puntata della trasmissione televisiva Book generation, che dovrebbe andare in onda tra non molto: almeno così mi hanno detto a Civitavecchia, luogo dove sono avvenute le riprese. Inoltre, nonostante la copiosa neve apparsa dalle nostre parti, venerdì 17 dicembre ho regalato il libro ai quaranta studenti della scuola media di Genga, dopo aver presentato il testo a tre studenti, gli unici a presentarsi: tengo a precisare che la scuola era regolarmente aperta. Dimenticavi di dire che, in occasione dell’iniziativa: Christmas Carol: scopri il Dickens che è in te”, il Corriere della Sera online ha pubblicato il mio racconto “Babbo Natale per passione”. L’iniziativa ha interessato l’invio di 550 racconti, scritti in occasione del Natale.
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Massimo Cortese
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Massimo Cortese
giovedì 13 gennaio 2011
NON DOBBIAMO PERDERCI D’ANIMO PRESENTATO AD OTTOBRE PIOVONO LIBRI
Ecco la terza puntata del bilancio.
In occasione della manifestazione “Ottobre piovono libri”, mi attivo per due presentazioni di “Non dobbiamo perderci d’animo”, rispettivamente alla Libreria San Paolo di Ancona e nel Comune di San Paolo di Jesi, dove ho già presentato il primo libro nell’ottobre dello scorso anno. Venerdì 15 ottobre 2010, alle ore 17.00, presento il secondo libro ad Ancona, e, sebbene la libreria non offra grandi spazi, una quindicina di persone mi vengono ad ascoltare. Un anziano signore, che ho già incontrato in anni passati, dice che è lì di passaggio, ma deve sentirsi abbastanza incuriosito, se detto passaggio si protrae per circa un’ora, intervento compreso.
Il giorno dopo si replica a San Paolo di Jesi, dove presenterò il libro, accanto all’avvocato Roberto Tiberi, autore de”Il diritto alle informazioni ambientali”. La sala del Consiglio Comunale è affollata, sono molte le persone che assisteranno alla duplice presentazione. Nel complesso, venderò due libri: addirittura, c’è una signora che ha trovato delizioso il primo libro, e che è convinta di non avermi pagato il secondo: la tranquillizzo.
Venerdì 29 ottobre partecipo al Caffè Letterario di Palazzo Bello, a Recanati, ad un’altra duplice presentazione: questa volta il mio collega è Francesco Tiberi, autore di “Fumo acre”.
L’iniziativa è stata organizzata dall’Associazione Regionale degli editori delle Marche, che ha invitato Alberto Cola, Presidente della Casa Editrice Montag, che appunto ha chiamato due scrittori a parlare dei loro testi.
Non è andata male, ne vale sempre la pena, anche se la gente venuta ad ascoltarci è stata pochina: è proprio il caso di dirlo, non dobbiamo perderci d’animo.
A risentirci
Massimo Cortese
In occasione della manifestazione “Ottobre piovono libri”, mi attivo per due presentazioni di “Non dobbiamo perderci d’animo”, rispettivamente alla Libreria San Paolo di Ancona e nel Comune di San Paolo di Jesi, dove ho già presentato il primo libro nell’ottobre dello scorso anno. Venerdì 15 ottobre 2010, alle ore 17.00, presento il secondo libro ad Ancona, e, sebbene la libreria non offra grandi spazi, una quindicina di persone mi vengono ad ascoltare. Un anziano signore, che ho già incontrato in anni passati, dice che è lì di passaggio, ma deve sentirsi abbastanza incuriosito, se detto passaggio si protrae per circa un’ora, intervento compreso.
Il giorno dopo si replica a San Paolo di Jesi, dove presenterò il libro, accanto all’avvocato Roberto Tiberi, autore de”Il diritto alle informazioni ambientali”. La sala del Consiglio Comunale è affollata, sono molte le persone che assisteranno alla duplice presentazione. Nel complesso, venderò due libri: addirittura, c’è una signora che ha trovato delizioso il primo libro, e che è convinta di non avermi pagato il secondo: la tranquillizzo.
Venerdì 29 ottobre partecipo al Caffè Letterario di Palazzo Bello, a Recanati, ad un’altra duplice presentazione: questa volta il mio collega è Francesco Tiberi, autore di “Fumo acre”.
L’iniziativa è stata organizzata dall’Associazione Regionale degli editori delle Marche, che ha invitato Alberto Cola, Presidente della Casa Editrice Montag, che appunto ha chiamato due scrittori a parlare dei loro testi.
Non è andata male, ne vale sempre la pena, anche se la gente venuta ad ascoltarci è stata pochina: è proprio il caso di dirlo, non dobbiamo perderci d’animo.
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Massimo Cortese
mercoledì 12 gennaio 2011
NON DOBBIAMO PERDERCI D’ANIMO PRESENTATO A TOLENTINO E SUL QUINTO NUMERO DEL GIORNALE LETTERARIO
Ecco la seconda puntata del bilancio.
Il 1° giugno 2010 vengo invitato telefonicamente da Fabrizio Bianchini della Casa Editrice Montag a presentare il nuovo libro “Non dobbiamo perderci d’animo” a Tolentino, in occasione della serie di manifestazioni nota come Tolentinoestate. Accetto, ovviamente, e venerdì 16 luglio, alle ore 21.00, presento il testo davanti a quattordici persone. A presentarmi e a farmi le domande provvede Alberto Cola, Presidente della Casa Editrice, che mostra un grande interesse per la mia produzione. E’ la prima volta che incontro una persona della Casa Editrice, ma le pubblicazioni sono state rese possibili dall’informatica e dalla stima reciproca, come evidenzia Alberto.
Intanto presento il libro sul quinto numero del Giornale Letterario, rivista che viene diffusa su alcune librerie: anche in questo caso, la pubblicazione ha luogo anche sul sito.
Dimenticavo di dire che attorno al 15 giugno ricevo la prima recensione pubblica, ad opera della dottoressa Elena Di Fazio dell’Associazione Culturale Studio 83 di Milano, che aveva fatto analoga cosa anche per “Candidato al Consiglio d’Istituto”. L’attuale recensione è molto positiva, tanto che auspica, per il prossimo lavoro, che il sottoscritto debba cimentarsi nel romanzo: staremo a vedere.
A risentirci
Massimo Cortese
Il 1° giugno 2010 vengo invitato telefonicamente da Fabrizio Bianchini della Casa Editrice Montag a presentare il nuovo libro “Non dobbiamo perderci d’animo” a Tolentino, in occasione della serie di manifestazioni nota come Tolentinoestate. Accetto, ovviamente, e venerdì 16 luglio, alle ore 21.00, presento il testo davanti a quattordici persone. A presentarmi e a farmi le domande provvede Alberto Cola, Presidente della Casa Editrice, che mostra un grande interesse per la mia produzione. E’ la prima volta che incontro una persona della Casa Editrice, ma le pubblicazioni sono state rese possibili dall’informatica e dalla stima reciproca, come evidenzia Alberto.
Intanto presento il libro sul quinto numero del Giornale Letterario, rivista che viene diffusa su alcune librerie: anche in questo caso, la pubblicazione ha luogo anche sul sito.
Dimenticavo di dire che attorno al 15 giugno ricevo la prima recensione pubblica, ad opera della dottoressa Elena Di Fazio dell’Associazione Culturale Studio 83 di Milano, che aveva fatto analoga cosa anche per “Candidato al Consiglio d’Istituto”. L’attuale recensione è molto positiva, tanto che auspica, per il prossimo lavoro, che il sottoscritto debba cimentarsi nel romanzo: staremo a vedere.
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martedì 11 gennaio 2011
NON DOBBIAMO PERDERCI D’ANIMO ALLA FIERA INTERNAZIONALE DEL LIBRO DI TORINO
Domenica 24 gennaio dello scorso anno, nasceva appunto il Massimo Cortese Blogspot, una sorta di spazio nel quale poter dire qualche cosa. Pertanto, nel fare un primo bilancio, voglio evidenziare alcuni avvenimenti importanti della mia avventura letteraria. L’esordio del blog coincide con l’uscita del primo Libro” Candidato al Consiglio d’Istituto” presso la Libreria San Paolo di Ancona, che è ancora l’unica della città a vendere i miei testi. Candidato al Consiglio d’Istituto è stato pubblicato alla fine del mese di gennaio 2009: pensate, ho impiegato un anno a portare il testo in una libreria della mia città, e devo ringraziare il dottor Lorenzo Corinaldesi, direttore della San Paolo, che mi ha offerto questa opportunità. Purtroppo, non son riuscito a presentare il libro ad Ancona, nonostante le mie continue sollecitazioni in tal senso: nel frattempo, a maggio è uscito “Non dobbiamo perderci d’animo”, e la prima presentazione ha riguardato il secondo testo. Un mese importante è quello dell’aprile scorso, con tre date significative: domenica 11, sabato 24 e giovedì 29. Domenica 11 aprile ho presentato “Candidato al Consiglio d’Istituto” al Circolo Onstage di Castelfidardo, grazie all’amico e collega di lavoro dottor Galeano Binci. Castelfidardo rappresenta un momento importantissimo, in quanto, fino a quel momento tutti gli eventi collegati al testo erano dovuti essenzialmente all’iniziativa del sottoscritto: invece, l’organizzazione della presentazione dell’11 aprile è merito del locale Assessore alla Cultura dottor Moreno Giannattasio, che aveva letto il libro, su invito di Galeano. Il 24 aprile ho presentato il libro a Civitavecchia, all’interno della prima puntata della trasmissione televisiva Book generation, con un servizio di 3 minuti e 25 secondi su un monte- puntata complessivo di 14 minuti e 52 secondi. Ero emozionantissimo, come si può vedere dalla trasmissione televisiva, che è stata trasmessa da alcune emittenti televisive locali, ed oggi può essere visitata presso l’omonimo sito www.Bookgeneration.it . Giovedì 29 aprile il sito della Casa Editrice Edizioni Montag ha reso nota la pubblicazione del mio secondo libro “Non dobbiamo perderci d’animo”. Ho subito pensato che, pubblicando il libro alla fine di aprile, “Non dobbiamo perderci d’animo” è uscito poco prima dell’inaugurazione della Fiera Internazionale del Libro di Torino: è un bel successo, indubbiamente, anche se dubito che una sola copia sia stata venduta all’interno del noto Salone.
Per concludere, ricordo che nel pomeriggio di domenica 16 maggio ho donato il mio secondo libro alla Biblioteca del Comune di San Paolo di Jesi, nell’ambito dell’iniziativa “Regalami un libro”, promossa a livello nazionale dal Centro per il libro e la lettura. Tutto è avvenuto con la banda musicale in piazza, che ha suonato l’inno nazionale per l’inaugurazione della nuova sede della Biblioteca: si respirava un’atmosfera di tempi antichi. In questa occasione una professoressa ha acquistato il libro.
A risentirci
Massimo Cortese
Per concludere, ricordo che nel pomeriggio di domenica 16 maggio ho donato il mio secondo libro alla Biblioteca del Comune di San Paolo di Jesi, nell’ambito dell’iniziativa “Regalami un libro”, promossa a livello nazionale dal Centro per il libro e la lettura. Tutto è avvenuto con la banda musicale in piazza, che ha suonato l’inno nazionale per l’inaugurazione della nuova sede della Biblioteca: si respirava un’atmosfera di tempi antichi. In questa occasione una professoressa ha acquistato il libro.
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Massimo Cortese
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