giovedì 14 maggio 2015

TUTTI A CASA

Quando vi è una manifestazione sulle Province, ed in particolare di noi dipendenti provinciali, successivamente alla partecipazione, esprimo le mie riflessioni in uno scritto. 
L’idea, nata con il mio libro “L’ultimo Natale delle Province”, si traduce in tanti articoli che in genere vengono pubblicati dal quotidiano online Vivere Ancona. 
Nel numero del 1° aprile 2015, che molti hanno avuto la possibilità di leggere, in calce al mio articolo “Cinquecento dipendenti provinciali presidiano il palazzo della Regione”, il primo commento apparso è stato “Tutti a casa”. 
Come ho avuto modo di constatare, molte sono le persone che auspicano il licenziamento dei dipendenti provinciali, perché la Provincia è stata identificata con il Regno del male, da cui sbarazzarsi in fretta. 
Dal momento che ho sempre condiviso il detto napoleonico, secondo il quale “Non è importante che si parli male di me, purchè se ne parli”, ho ringraziato il commentatore del Tutti a casa, facendo altresì presente che la soluzione auspicata era corrispondente alla realtà. 
Eppure, la situazione del Tutti a casa, che si identifica con quanto è accaduto immediatamente dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, mirabilmente portato sugli schermi con il noto film del grandissimo Alberto Sordi, è per molti versi simile alla nostra vicenda. 
Nel 1943 lo Stato si dileguò, abbandonando gli Italiani al loro destino, lasciando che ciascuno si arrangiasse, nonostante che si era addirittura in una guerra mondiale. 
Anche noi lavoratori, che abbiamo sempre operato nel solco delle Istituzioni, ci troviamo abbandonati al nostro destino, mentre i nostri colleghi  della Provincia di Vibo Valentia non percepiscono lo stipendio da alcuni mesi.
Ma c’è una cosa che possiamo fare: a costo di qualche sacrificio, dobbiamo mobilitarci e partecipare alla manifestazione nazionale di sabato 11 aprile a Roma a piazza Santi Apostoli. 
Ma di questo parlerò la prossima volta.


Massimo Cortese- Dipendente Provincia di Ancona

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